Approfondimenti

Che cosa è successo oggi? – Martedì 24 novembre 2020

ritorno a scuola

Il racconto della giornata di martedì 24 novembre 2020 attraverso le notizie principali del giornale radio delle 19.30, dai dati dell’epidemia in Italia al governo che punta a riaprire presto le scuole cercando di recuperare in pochi giorni il ritardo accumulato in questi nove mesi, mentre sulla questione degli impianti sciistici spera in una decisione a livello europeo. L’economia e la società del Mezzogiorno nel rapporto Svimez diffuso oggi e l’identificazione delle prime 300 strutture in cui potranno essere somministrati i vaccini anti-COVID. L’imbarazzo del ministro Franceschini sul caso di Pino Rauti. In Iran la condanna a morte del medico e ricercatore iraniano-svedese Ahmadreza Djalali potrebbe essere eseguita a breve. Infine, i grafici del contagio nelle elaborazioni di Luca Gattuso.

I dati dell’epidemia diffusi oggi

Oggi in Italia sono state comunicate 853 morti legate al coronavirus. Il dato comprende 16 decessi avvenuti nell’arco degli ultimi 5 giorni, ma è comunque uno dei più alti di sempre per il nostro Paese. I nuovi casi accertati di COVID sono circa 23mila e la percentuale di positivi rispetto ai tamponi è intorno al 12%, in calo rispetto ai giorni scorsi. I pazienti in terapia intensiva sono 3.816, 6 in più di ieri, mentre per la prima volta dall’inizio della seconda ondata diminuiscono le persone ricoverate nei reparti ordinari: ora sono 34.577, 120 in meno di ieri. “Credo che ci sarà ancora un numero di morti di questa grandezza per 10-14 giorni, poi dovremmo vedere un calo”, ha detto oggi Franco Locatelli, Presidente del Consiglio Superiore di Sanità.

Scuola e trasporti, il governo prova a recuperare il ritardo accumulato

(di Michele Migone)

Giuseppe Conte ha spiegato che sta lavorando per riaprire presto le scuole. La ministra Azzolina convoca un summit con la collega dei trasporti De Micheli e i sindaci delle aree metropolitane. Il tema è l’affollamento sui mezzi pubblici, uno dei motivi per cui gli studenti delle superiori da alcune settimane fanno didattica a distanza. Il governo cerca di recuperare in pochi giorni il ritardo accumulato in questi nove mesi, complici Regioni, Comuni e Aziende locali dei trasporti. L’impresa sembra molto, molto difficile. A meno che non si torni a una capienza superiore al 50% sui mezzi, ma con i quotidiani dati dell’epidemia sarebbe un azzardo. Arrivati impreparati a settembre, nel periodo successivo, poco è stato fatto per risolvere il problema. L’utilizzo dei pullman turistici riconvertiti al collegamento extraurbano non è stato certo risolutivo nei rari casi in cui si è fatto. Sono ora soprattutto i Comuni a doversi inventare un’altra organizzazione del sistema dei trasporti, modificando i turni del personale e dei mezzi. Basterà? Anche questo, alla fine, potrebbe però risultare insufficiente o inutile se non vengono modificati e differenziati gli orari. Non solo della scuola, ma della città.
Al termine della prima ondata, insieme allo smart working, sembrava essere uno dei pilastri sociali della nuova Era del Covid, ma poi è caduto nell’oblio. Gli orari sono rimasti quelli di sempre. Ma nella scuola non è stato possibile cambiarli soprattutto per la mancanza di un numero adeguato di insegnanti per coprire turni pomeridiani. Il ministero avrebbe dovuto pensarci; non l’ha fatto. Dopo aver contribuito a ingarbugliarla, Conte e Azzolina promettono ora di sciogliere la matassa scuola. Ma sanno bene che non sarà facile.

COVID e sci, il governo spera in una decisione a livello europeo

È stata rinnovata la fascia rossa per la provincia autonoma di Bolzano, mentre restano arancioni Liguria, Basilicata e Umbria. Il Veneto invece prepara nuove restrizioni su assembramenti e presenze nei negozi. Con i numeri ancora molto elevati soprattutto per i morti, la discussione politica continua però a focalizzarsi sulle località sciistiche, e sul Natale. Le proteste delle regioni montane e degli albergatori sono già partite, il governo cerca di districarsi chiedendo che sia l’Unione Europea a prendere una decisione, per evitare che chi non può andare a sciare in un paese, vada in un altro: è stato anche tema di dibattito nel colloquio tra Conte e la presidente della commissione europea Von Der Leyen. L’Austria ha già puntato i piedi chiedendo eventuali ristori all’unione. Oggi è arrivato il no dell’istituto superiore di sanità che considera incompatibile con i numeri la riapertura degli impianti Per quanto riguarda le festività natalizie, ed in particolare gli spostamenti e le riunioni familiari, anche oggi l’ISS ha raccomandato forti limitazioni. Sentiamo la sottosegretaria alla sanità Sandra Zampa:


 

L’economia e la società del Mezzogiorno nel rapporto Svimez

(di Anna Bredice)

La crisi economica dovuta alla pandemia non è stata una livella, che ha reso tutti più poveri nello stesso modo, ha invece accelerato il processo di ingiustizia sociale che ha colpito in particolare le regioni del Sud, soprattutto nella componente femminile e giovanile.
Il rapporto Svimez sulla società ed economia al Sud, presentato oggi, fotografa una situazione di crisi diffusa in tutto il Paese: in ogni mese di lockdown si sono persi 48 miliardi in termini di Pil, oltre 37 miliardi al Nord e 10 al Sud. Le due regioni più colpite da questo punto di vista si trovano una al Nord e una al Sud, sono Veneto e Basilicata, ma le due zone d’ Italia affronteranno la crescita ipotizzata nel 2021 in due completamente diversi, migliore al Nord dove si prevede una crescita del 4,5% e peggiore nelle regioni del Sud, all’1,2%
Differenze che risentono delle condizioni di crisi economica e sociale che colpiscono soprattutto i settori già svantaggiati. È qui che il lockdown ha incrociato un mercato del lavoro stagnante da più di un anno dove si attende una perdita di circa 280 mila posti di lavoro. Sono 1.800 mila i giovani non occupati né in formazione, sono soprattutto donne, i due terzi di chi ha perso il lavoro aveva un contratto a termine, il resto sono lavoratori autonomi, colpisce ancora di più la perdita di lavoro nel settore femminile: l’emergenza sanitaria ha cancellato in tre mesi l’80% dei posti di lavoro femminili creati dal 2008 al 2019. Nel sostegno economico alle famiglie è stato importante il reddito di cittadinanza e quello di emergenza, tre milioni le persone che lo hanno ricevuto, i due terzi al Sud, ma l’impatto di questo sostegno su nuovi posti di lavoro, come era previsto inizialmente attraverso la figura dei navigator, è stato pressoché inesistente.
La pandemia ha aggravato la situazione sanitaria nelle regioni del Sud, una situazione che lo Svimez definisce dal punto di vista dell’assistenza socio sanitaria “una unica zona rossa”, già note le conseguenze sulla didattica a distanza su molte famiglie svantaggiate in termini di continuità di lezioni e uso di computer, un dato positivo e nuovo per il Sud è stato il cosiddetto south working, 45 mila persone dipendenti di grandi ditte del Nord sono tornate al sud a lavorare in smart working, se si comprendono anche le imprese piccole e medie si raggiungono le 100 mila persone.

Vaccino contro il COVID-19, identificate 300 strutture per la somministrazione

(di Massimo Alberti)

Il commissario all’emergenza COVID Arcuri avrebbe ricevuto dalle Regioni un primo elenco delle strutture che somministreranno le prime dosi di vaccino contro il COVID-19. Secondo quando riferisce l’Ansa, i punti indicati finora sono circa 300, tra ospedali e RSA che si avvarranno di unità mobile. Un numero che testimonia una situazione di grave ritardo: ieri alla camera Arcuri aveva parlato di una struttura ogni 20mila abitanti, cioè 3.000 strutture idonee alla conservazione che richiede una catena del freddo a -75 gradi, ed alla successiva somministrazione della doppia dose. Quelle comunicate finora sarebbero dunque un decimo, e per arrivarci c’è stato bisogno di prolungare a ieri la scadenza inizialmente prevista per venerdì scorso, quando avevano risposto solo metà delle Regioni.
In questi punti saranno distribuite da fine gennaio le prime 3,4 milioni di dosi del vaccino della Pfizer destinata ad 1,7 milioni di persone delle fasce più a rischio: probabilmente anziani e personale sanitario, ma la decisione sarà presa dal Ministero della Salute. Solo dopo questa prima fase si passerà alla vaccinazione di massa, la cui modalità però è ancora tutta da costruire, e che sarà ancora più complessa perché i vaccini saranno diversi, con modalità di trasporto, conservazione e somministrazione diversi. Intanto è stato avviato il bando per l’acquisto di oltre 100 milioni di siringhe.

Milano riorganizza i trasporti per la riapertura delle scuole

Marco Granelli, Assessore a Mobilità e Lavori pubblici per il Comune di Milano, descrive a Radio Popolare i piani previsti per garantire la mobilità agli studenti alla prossima riapertura delle scuole, ancora senza una data ufficiale. [LEGGI L’INTERVISTA]

Il Ministero della Cultura celebra Pino Rauti ma poi fa dietrofront quando Franceschini se ne accorge

(di Luigi Ambrosio)

Il ministro Franceschini, appena lo ha saputo, ha fatto cancellare la pagina sul sito del Ministero dei Beni Culturali. Nel frattempo, però, quelle parole erano circolate. Il Ministero per i Beni Culturali ha acquisito l’archivio e la biblioteca di Pino Rauti.
Pino Rauti fu un fascista dell’ala più radicale, fondatore di Ordine Nuovo, dalle cui fila emersero rappresentanti del terrorismo nero negli anni ’70. Ordine Nuovo fu coinvolto nelle stragi di Piazza Fontana a Milano e di Piazza della Loggia a Brescia. [CONTINUA A LEGGERE]

Violenza di genere: il Progetto Scarpette Rosse

(di Claudio Jampaglia)

Il 25 novembre è la giornata mondiale contro la violenza di genere, moltiplicata dalla pandemia, con le donne costrette a vivere con i loro aguzzini. Tante le iniziative di denuncia e sensibilizzazione e tra queste c’è anche il progetto delle scarpette rosse: una via crucis in più quartieri di Milano.
Un lunga fila di scarpe da donna rosse, diventate in questi anni – insieme alle panchine rosse – il simbolo della lotta alla violenza di genere, appese alle grate dei cavalcavia, ai lampioni, in parchi e sui muri dei quartieri Ortica, Rubattino e Palmanova a Milano.
Una via crucis in sei tappe e 76 storie di donne ammazzate dall’inizio della pandemia divise per le armi usate da mariti fidanzati, spesso ex: coltelli martelli calci e pugni sacchetti di plastica, fuoco. E alla fine del percorso, una settima tappa di speranza quella di chi ha avuto la forza di denunciare e sottrarsi e ha trovato ascolto a aiuto. [CONTINUA A LEGGERE]

Iran, Ahmadreza Djalali spostato nel braccio della morte

Iran. Ahmadreza Djalali è stato spostato nel braccio della morte e la sua condanna potrebbe essere eseguita a breve. Il medico e ricercatore iraniano-svedese ha chiamato la moglie a Stoccolma per dirle che quella avrebbe potuto essere la loro ultima chiamata. Djalali è detenuto con l’accusa di spionaggio in Iran dal 2016: fu arrestato mentre si trovata nel paese per partecipare a una serie di seminari nelle università di Teheran e Shiraz.
Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International:


 

L’andamento dell’epidemia di COVID-19 in Italia

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    Redazione
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