Approfondimenti

Che cosa è successo oggi? – Martedì 21 luglio 2020

Conte Partito Insieme - verbali comitato tecnico scientifico

Il racconto della giornata di martedì 21 luglio 2020 attraverso le notizie principali del giornale radio delle 19.30, dai dati dell’epidemia in Italia. alle ipotesi sulle modalità di utilizzo dei soldi del Recovery Fund, mentre i sovranisti escono sconfitti dall’accordo UE. Maxi blitz contro la ‘ndrangheta tra Svizzera e Calabria. Il nuovo ponte di Genova sarà inaugurato il 3 agosto, mentre in Germania ha preso il via il processo all’attentatore alla sinagoga di Halle. Infine, i grafici del contagio nelle elaborazioni di Luca Gattuso.

I dati dell’epidemia diffusi oggi

Sono 129 i nuovi casi di coronavirus censiti nelle ultime 24 ore. Ieri erano stati 190, quindi il dato è in calo. La Regione con più casi è la Lombardia, con 34 contagi, seguono Veneto ed Emilia-Romagna. Sei Regioni hanno comunicato zero nuovi casi. 15 i decessi registrati. Il numero dei tamponi si è riportato nella media, 43mila. Tra i nuovi positivi di oggi figurano anche 36 migranti, trasferiti in Basilicata dalla Sicilia dove sono sbarcati negli ultimi giorni.

Come saranno usati i soldi del Recovery Fund?

(di Anna Bredice)

C’è chi chiede investimenti immediati nel mondo della scuola, chi invece come la Cgil vuole che i soldi del Recovery fund vadano al mondo del lavoro e al rafforzamento dello stato sociale. Su come utilizzare le risorse decise dall’Unione europea in un lunghissimo negoziato che arriveranno però tra parecchi mesi c’è già una varietà di opinioni e priorità. La parola forse importante è proprio quella, ‘priorità’, quali sono quelle che il governo Conte vorrà mettere nel piano di riforme che dovrà essere approvato a settembre, sapendo però che a Bruxelles al momento valgono le promesse fatte nel 2019 quando l’Unione Europea concesse una riduzione del debito in cambio di un piano di investimenti nelle infrastrutture, una riforma fiscale e una della giustizia. Quelle priorità dovranno essere ancora presenti nel prossimo piano e su questo Conte dovrà cercare un accordo dentro la maggioranza nei prossimi mesi. Ha promesso che realizzerà una task force con parti sociali e opposizioni per lavorare al piano di riforme. Ora chiaramente vive un successo del suo governo e suo personale, riconosciuto dal capo dello Stato e da una parte dell’opposizione. Ma a settembre il piano dovrà riempirsi in alcune caselle importanti come quella ad esempio delle infrastrutture da costruire, una riforma fiscale, una del lavoro, sapendo che i Cinque stelle puntano ancora sul reddito di cittadinanza, e una riforma della giustizia che affronti e risolva i tempi lenti dei processi. E poi c’è il capitolo Mes, Conte ne farebbe a meno e spera che quel dieci per cento di risorse del Recovery fund che possono essere anticipate possano servire ad affrontare le urgenze finanziarie dell’autunno, ma ad esempio oltre a Forza Italia, in parte il Pd, ora c’è anche Confindustria che dice “bene il Recovery Fund, ora vogliamo anche i soldi del Mes”.

La sconfitta dei sovranisti europei

(di Luigi Ambrosio)

L’accordo europeo per il Recovery Fund manda in crisi i cosiddetti sovranisti, la destra radicale che imperversa in Europa – e in alcuni casi governa i Paesi dell’Unione.
Salvini, da Roma, ha attaccato affermando che si tratterebbe di una “fregatura grossa come una casa” per l’Italia. Salvini non accetta l’idea che parte del denaro che arriverà sia in prestito e non a fondo perduto e andrà quindi restituito.
Wilders, il suo collega sovranista olandese, da Amsterdam si è arrabbiato affermando l’esatto contrario: “Abbiamo regalato soldi a quegli evasori fiscali degli italiani”. CONTINUA A LEGGERE.

Ponte Genova San Giorgio, inaugurazione il 3 agosto

(di Alessandra Fava)

Alla fine come annunciato dal governatore Toti tre settimane fa il nuovo Morandi si chiamerà Ponte
Genova San Giorgio. Dunque il viadotto finisce intitolato al santo leggendario che avrebbe ucciso il drago e fu protettore della repubblica marinara di Genova. Per altro secondo gli storici degli Annales il drago era una personificazione del male e del peccato e non sarebbe mai esistito. Tuttavia anche lo stendardo della bandiera genovese campo bianco e croce rossa è intitolata al santo. A parte questi excursus il viadotto sarà inaugurato il 3 agosto alla sera alla presenza del presidente della Repubblica Mattarella.
In questi giorni continuano i collaudi della struttura di poco più di un chilometro con diversi tir che saggiano i diversi punti del tracciato.
Le polemiche sulle curve non a norma delle ultime disposizioni di legge si sono spente. I tecnici
sostengono che è a norma e le curve sono quelle del vecchio Morandi. Sul ponte si andrà a 80 chilometri all’ora verso Genova e 70 verso Savona. Genovesi e liguri si augurano solo che con i primi di agosto finisca l’incubo dei controlli alle gallerie. Al momento si viaggia su corsia unica e con un solo senso di marcia per gran parte dei chilometri della rete autostradale intorno a Genova e Savona. I fine settimana sono un incubo per vacanzieri e locali.

‘ndrangheta, maxi blitz tra Svizzera e Calabria

(di Fabiano Fimiani)

158 persone indagate di cui 75 fermate, attività criminali tra Calabria e Svizzera, con sequestro di beni per 169 milioni di euro. Sono una parte delle scoperte dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro con la Procura elvetica di Berna grazie all’accordo internazionale Eurojust per le collaborazioni investigative sovranazionali.
Le accuse sono di associazione mafiosa, traffico di stupefacenti, estorsione, illecita concorrenza con violenza, turbative d’asta, corruzione, intestazione fittizia di beni, ricettazione, riciclaggio, autoriciclaggio, detenzione e traffico di armi, danneggiamenti, traffico di denaro falso e di influenze illecite, truffe, e reati ambientali
Le attività criminali dell’ndrangheta del clan Anello-Fruci di Filadelfia, in provincia di Vibo Valentia, e attivo sia nel vibonese che in provincia di Catanzaro con ramificazioni in Canton Ticino, ma anche in Argovia, Soletta e Zugo, sempre in Svizzera. Le persone indagate nella confederazione sono quasi tutti immigrati italiani dalla Calabria, tra loro il dipendente di un comune della zona di Lugano, accusato insieme al fratello, che invece è stato arrestato, di importare armi verso Calabria. Si tratta dell’unico fermo in Svizzera ed è avvenuto nel Cantone Argovia.
Ad aiutare le indagini iniziate nel 2016 ci sono state le dichiarazioni di 29 collaboratori di giustizia.
Tra i beni per 169 milioni di euro sequestrati dalla Procura di Vibo Valentia ci sono 124 terreni, 116 fabbricati, 26 società, 19 ditte individuali, 84 automezzi, 2 moto, conti correnti e investimenti finanziari. Spiccano tre villaggi turistici a Parghelia e Pizzo Calabro in provincia di Vibo Valentia, e uno a Curinga in quella di Catanzaro.

Germania, al via il processo all’attentatore di Halle

(di Flavia Mosca Goretta)

Halle, 9 ottobre 2019: un estremista di destra, pesantemente armato, spara, cerca di entrare nella sinagoga dove si stava celebrando lo Yom Kippur, poi colpisce un take-away di kebab. 2 i morti: una passante, ed un cliente del locale. L’assalitore filma il gesto e lo trasmette su internet. Poi la fuga e l’arresto.
Imputato è oggi un uomo di 28 anni, originario della regione, le accuse sono duplice omicidio, tentato omicidio ed altri reati. In aula a Magdeburgo, all’apertura del processo, l’uomo non ha fatto mistero delle proprie idee razziste ed antisemite, con termini dispregiativi, teorie di complotti ebraici e di invasioni musulmane. Ha raccontato di non aver avuto amici stretti e di essersi interessato molto ad Internet. Di aver costruito le armi da solo, di aver tenuto i propri piani segreti e di aver fatto sopralluoghi alla sinagoga pochi mesi prima di metterli in pratica.
L’interesse per questo processo è alto. Nell’ultimo anno in Germania il pericolo del terrorismo di estrema destra è tornato tragicamente in primo piano. Ci si chiede perché nessuno abbia notato, intercettato la radicalizzazione dell’attentatore di Halle. E anche se e quanti altri come lui siano ancora là fuori.

L’andamento dell’epidemia di COVID-19 in Italia

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    Il 31 dicembre 2024 è stata una giornata tremenda per la musica italiana. La notizia della morte di Paolo Benvegnù ha colpito duramente le moltissime persone che negli anni sono state toccate dalle sue canzoni, dalla sua voce, dalla sua poesia, oltre che dalla sua straordinaria umanità. Lo amavano le persone che lo conoscevano grazie ai suoi dischi e ai suoi concerti, lo amavano le persone che avevano avuto modo di incontrarlo, di lavorarci, di parlarci anche solo per pochi minuti. Lo amavano i suoi amici, lo amava la sua famiglia, a cui vanno ancora oggi, a un mese dalla sua morte, tutta la nostra vicinanza e il nostro affetto. Radio Popolare ha ospitato molte volte Paolo Benvegnù nei propri studi, per interviste, minilive e concerti nell’Auditorium: ogni volta è stata speciale. Per questo, nella notte tra venerdì 31 gennaio e sabato 1 febbraio, Radio Popolare ha realizzato una trasmissione speciale in cui riproporre molte di queste registrazioni d’archivio: da un minilive degli Scisma del 2000 fino all’ultima apparizione di Paolo Benvegnù sulle nostre frequenze, l’11 ottobre 2024; in mezzo, altre interviste, un intero concerto in Auditorium e anche alcuni brani che arrivano da un altro archivio, quello di Radio Città del Capo di Bologna, grazie alla preziosa collaborazione di Francesco Locane. Quasi quattro ore di musica e di parole, tutte per Paolo Benvegnù. Che sarà sempre nei nostri cuori. A cura di Niccolò Vecchia

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