Approfondimenti

Che cosa è successo oggi? – giovedì 3 settembre 2020

ospedale covid 19

Il racconto della giornata di mercoledì 2 settembre 2020 attraverso le notizie principali del giornale radio delle 19.30, dai dati dell’epidemia in Italia alla sicurezza sul lavoro, le tematiche carcerarie, la partita della “rete unica” della fibra ottica. Al festival di Venezia attrici e registe sono protagoniste. Esteri: dall’ambiguo atteggiamento della Corte europea dei Diritti Umani nei confronti della Turchia al cambio di strategia di Biden in campagna elettorale. Addio prematuro a uno dei fondatori del movimento Occupy Wall Street. Infine, i grafici del contagio nelle elaborazioni di Luca Gattuso.

I dati dell’epidemia diffusi oggi

10 morti e 1.397 nuovi contagiati nelle ultime 24 ore per il Coronavirus, in aumento su ieri nonostante i 10mila tamponi in meno, ma a preoccupare è la costante crescita dei ricoverati con sintomi ed in terapia intensiva. I pazienti ricoverati in terapia intensiva sono aumentati di 11 portando il totale a 120, i ricoveri di 68 superando i 1500, a 1505.

Le terapie intensive sono al 7° giorno consecutivo di aumento. I Ricoveri negli ultimi 7 giorni sono 374, in crescita di oltre il 50% rispetto ai 7 giorni precedenti. Un andamento che prosegue ormai da settimane, come conferma il monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe. Tra i focolai, dopo i 26 casi di ieri registrati in Trentino si allarga il focolaio partito da una ditta di lavorazione carni: oggi sono 72 i nuovi casi, in totale sono quindi 98 i lavoratori positivi sui 130 totali. Intanto è risultata positiva al tampone anche la compagna di Silvio Berlusconi, la parlamentare di Forza Italia Marta Fàscina.

La Norvegia sconsiglia i viaggi non essenziali in Italia e Slovenia e introduce la quarantena di 10 giorni per gli arrivi dai due Paesi, a partire dal prossimo 5 settembre.

La situazione del vaccino: la Commissione Europea ha promesso per novembre le prime disponibilità delle dosi del vaccino allo studio tra Inghilterra ed Italia.  La Commissione ha firmato un contratto che consente ai paesi membri di comprare 300 milioni di dosi di vaccino noto come Oxford, con l’opzione di altre 100. “Stiamo investendo molto sul vaccino perché lo riteniamo la soluzione vera”, ha ribadito oggi il ministro della Salute Speranza. 

Grave incidente sul lavoro stamane in Piemonte

Si chiamano Davide e Francesco Gennero, 22 anni e 25 anni, i due fratelli coinvolti stamattina nel grave incidente sul lavoro in un’azienda agricola in provincia di Cuneo.

Il 22 enne è morto, il fratello è rimasto gravemente ferito. I 2 figli del titolare dell’azienda sono caduti dentro un silos alto 40 metri, che era stato riempito di mangime la sera prima. I due erano sul tetto quando hanno aperto la copertura senza alcun dispositivo di sicurezza. Il primo sarebbe rimasto intossicato dalle esalazioni del mangime cadendo all’interno, stessa sorte per il fratello nel tentativo di aiutarlo. E’ stato poi il padre a trovarli e chiamare i soccorsi.

“È l’ennesima tragedia quotidiana causata dall’inosservanza delle norme di prevenzione e dall’assenza di controlli. Non si può parlare di fatalità” il commento della segretaria Cisl Furlan.

Prosegue la polemica sui detenuti pericolosi ai domiciliari

Il garante dei detenuti Mauro Palma ha smentito che ci sia un allarme sul passaggio da carcere ai domiciliari di detenuti considerati pericolosi. Secondo Repubblica sono ancora ai domiciliari 112 su 223 dei detenuti, che il giornale definisce pericolosi, usciti per le misure anticovid.  “Di persona detenuta al 41 bis attualmente ancora ai domiciliari ce n’è una sola” ha detto il Garante dei detenuti Mauro Palma. “Le decisioni delle magistratura si rispettano tutte. E stupisce doverlo ricordare alla stampa democratica” ha concluso Palma.

Dopo l’articolo si era riaperta la polemica politica da parte della destra. E’ intervenuto anche il ministro Bonafede che ha ricordato come si tratti di decisioni prese in piena autonomia dai magistrati, e di aver avviato un monitoraggio per verificare l’applicazione dei due decreti che hanno imposto ai giudici di rivalutare le decisioni. 

La partita delle telecomunicazioni in Europa: gli appetiti di Mediaset

(di Lele Liguori)

Si è chiusa con un rialzo di oltre il 5% la giornata di borsa del titolo Mediaset.

Una giornata che era iniziata con la decisione della Corte di Giustizia europea di accogliere un ricorso contro la legge Gasparri presentato da Vivendi, secondo azionista di Mediaset.

La Corte di giustizia ha dato ragione alla holding francese. C’è una norma in Italia – sostiene la Corte – che “impedisce a Vivendi di acquisire il 28% del capitale di Mediaset”.

Vivendi da oltre tre anni possiede il 28% di Mediaset, ma può esercitare il voto soltanto sul 9% del capitale. La differenza è stata “congelata” nel 2017 dall’Authority per le comunicazioni: Vivendi oltre ad essere azionista di Mediaset era (ed è tuttora) anche azionista di Telecom con il 24%.

Per l’Agcom si trattava di una doppia partecipazione incompatibile con le norme antitrust contenute nella legge Gasparri. Oggi la Corte di Giustizia europea ha affermato il contrario con la sua sentenza.

Cosa succederà ora?

Fininvest – azionista di controllo di Mediaset – sulla carta appare indebolita. Ma in soccorso del gruppo di Berlusconi potrebbe arrivare il governo Conte se decidesse di modificare le parti della Gasparri contestate dai giudici europei.

A Cologno, sede Mediaset, qualcuno ha già fatto i conti per il futuro, pensando al business della banda ultra-larga e alla rete unica nazionale.

Sentite cosa ha scritto Mediaset oggi in un comunicato: “se cambiano le norme italiane antitrust su Tv e telecomunicazioni, Mediaset – finora penalizzata – valuterà il business delle telecomunicazioni già a partire dalla Rete unica nazionale in fibra».

Festival di Venezia: Leone d’Oro alla carriera per Tilda Swinton

(di Barbara Sorrentini)

Finalmente una Mostra del Cinema più al femminile del solito. Soprattutto nella seconda giornata di festival con il Leone d’Oro alla carriera a Tilda Swinton. L’attrice inglese è protagonista del cortometraggio di Pedro Almodovar “The human voice”, tratto e attualizzato in epoca digitale, dalla celebre pièce di Jean Cocteau del 1928 “La voce umana”, già portata egregiamente al cinema da Anna Magnani, diretta da Roberto Rossellini nel 1948.

In concorso altre due donne. La francese Nicole Garcia con “Amanti”, storia di una ragazza (Stacy Martin) divisa tra due uomini, amandone uno solo dal passato burrascoso come spacciatore (Pierre Niney) e implicato in una morte per overdose. Mentre lei vive con un ricco assicuratore un po’ attempato (Benoit Magimel) che le garantisce una vita agiata.

Altro tema, molto diverso, è quello di “Quo vadis Aida?” della regista bosniaca Jasmila Zbanic, premiata nel 2006 alla Berlinale con “Il segreto di Esma” e che qui ritorna con la storia del massacro di Srebrenica del 1995, girando nei giorni precedenti in un campo ONU per i rifugiati in cui Aida è una traduttrice che tenta di aiutare i civili musulmani dalle truppe serbe di Mladic. La regista torna su quel genocidio, in cui furono uccisi più di ottomila musulmani bosniaci, in occasione del venticinquesimo anniversario da quella data.

Le proteste inascoltate dei dissidenti turchi

(di Serena Tarabini)

Sono seimila gli appelli rivolti alla Corte Europea dei Diritti Umani CEDU, che provengono dalla Turchia. Uno degli ultimi riguardava la scarcerazione dell’Avvocato Aytaç Unsal, che sta conducendo uno sciopero della fame di protesta. Ha suscitato sconcerto quindi il respingimento del ricorso comunicato ieri: anche per la Corte Europa dei Diritti Umani, una persona che ha smesso di nutrirsi da 213 giorni non corre alcun pericolo di vita imminente; questo avviene nonostante i medici che lo hanno in cura affermino che le sue condizioni sono critiche, soprattutto a pochi giorni dalla morte della collega e compagna di lotte Ebruk Timtik, che si è spenta  dopo 238 giorni di uno sciopero della fame condotto, come Aytaç Unsal, per ottenere un processo equo.

A questo si aggiunge il fatto che il Presidente emerito della CEDU, Robert Spano si trovi in questi giorni proprio in Turchia per ricevere un dottorato Honoris causa dall’Università di Istanbul, la stessa da cui sono stati espulsi centinaia di accademici e in particolare lo scrittore ed intellettuale  Mehemt Altan che ha scontato anche 3 anni di carcere e il cui altrettanto celebre  fratello, Ahmet, si trova ancora dietro le sbarre. In una lettera aperta, Mehmet Altan chiede al Presidente della CEDU quanto possa essere gratificante ricevere un tale riconoscimento, e non è certo l’unico a porsi questa ed altre domande. 

Stati Uniti: Joe Biden fa visita alla famiglia di Jacob Blake

(di Roberto Festa)

Joe Biden ha incontrato all’aereoporto di Milwaukee il padre e tre fratelli di Jacob Blake, il ragazzo gravemente ferito da un agente di polizia con sette colpi di pistola alle spalle. La madre di Blake e il suo avvocato si sono uniti all’incontro per telefono. La prima cosa che il candidato democratico ha voluto fare, appena atterrato in Wisconsin, ancora prima di arrivare a Kenosha, è stato quindi incontrare i familiari di Blake. Un segnale importante. Va ricordato che Donald Trump è andato a Kenosha due giorni fa e non ha voluto vedere la famiglia Blake. Prima di partire per il Wisconsin, Biden ha ripetuto che è necessario portare davanti a un tribunale gli agenti responsabili di sparatorie e uccisioni. Kenosha è diventata negli ultimi giorni il teatro e il simbolo degli scontri e delle tensioni razziali che stanno sconvolgendo gli Stati Uniti. Il compito di Biden non è facile: deve mostrare di essere vicino alle richieste di giustizia razziale, riuscendo al tempo stesso a non alienare la sua base più moderata, che non gradisce le proteste. Quello di Kenosha è il primo viaggio di un certo peso che Biden fa fuori della sua casa di Wilmington, Delaware, dove ha trascorso i mesi dell’emergenza coronavirus. Segno che, di fronte all’attivismo elettorale di Trump, anche i democratici hanno scelto un profilo più aggressivo. 

Addio a David Graeber, ispiratore del movimento “Occupy Wall Street”

Antropologo, professore influente alla London School of Economics, anarchico. David Graeber è morto ieri in un ospedale a Venezia. Era nato negli Stati Uniti 59 anni fa.

La notizia è stata data oggi dalla moglie su Twitter, senza fornire altre informazioni sulle cause della morte.

David Graeber è stato uno degli ispiratori nel 2011 del movimento di contestazione “Occupy Wall Street”. Uno dei suoi libri più conosciuti si intitola “Debito: i primi 5 mila anni”: è una storia di antropologia sociale attraverso il debito, dalle civiltà mesopotamiche fino alle società del capitalismo neoliberista.

A David Graeber viene attribuita l’invenzione dello slogan fondativo del movimento di “Occupy Wall Street”: “Siamo il 99%”. Uno slogan sintesi di quelle disuguaglianze esplosive denunciate da Graeber e dal movimento che da Zuccotti Park a New York si è esteso poi al resto degli Stati Uniti.

L’andamento dell’epidemia di COVID-19 in Italia

 

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    Redazione
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    Il 31 dicembre 2024 è stata una giornata tremenda per la musica italiana. La notizia della morte di Paolo Benvegnù ha colpito duramente le moltissime persone che negli anni sono state toccate dalle sue canzoni, dalla sua voce, dalla sua poesia, oltre che dalla sua straordinaria umanità. Lo amavano le persone che lo conoscevano grazie ai suoi dischi e ai suoi concerti, lo amavano le persone che avevano avuto modo di incontrarlo, di lavorarci, di parlarci anche solo per pochi minuti. Lo amavano i suoi amici, lo amava la sua famiglia, a cui vanno ancora oggi, a un mese dalla sua morte, tutta la nostra vicinanza e il nostro affetto. Radio Popolare ha ospitato molte volte Paolo Benvegnù nei propri studi, per interviste, minilive e concerti nell’Auditorium: ogni volta è stata speciale. Per questo, nella notte tra venerdì 31 gennaio e sabato 1 febbraio, Radio Popolare ha realizzato una trasmissione speciale in cui riproporre molte di queste registrazioni d’archivio: da un minilive degli Scisma del 2000 fino all’ultima apparizione di Paolo Benvegnù sulle nostre frequenze, l’11 ottobre 2024; in mezzo, altre interviste, un intero concerto in Auditorium e anche alcuni brani che arrivano da un altro archivio, quello di Radio Città del Capo di Bologna, grazie alla preziosa collaborazione di Francesco Locane. Quasi quattro ore di musica e di parole, tutte per Paolo Benvegnù. Che sarà sempre nei nostri cuori. A cura di Niccolò Vecchia

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