Approfondimenti

Che cosa è successo oggi? – Giovedì 17 dicembre 2020

Il racconto della giornata di giovedì 17 dicembre 2020 attraverso le notizie principali del giornale radio delle 19.30, dai dati dell’epidemia in Italia e nel Mondo alle nuove restrizioni per Natale che tardano ad arrivare e che, a questo punto, non limiteranno in alcun modo il prossimo fine settimana, mentre i dubbi sulla ripartenza della scuola all’inizio di gennaio sono ancora tanti. La scossa di terremoto a Milano e il rapporto di Amnesty International sulle violazioni dei diritti umani nelle RSA italiane durante i mesi della pandemia. La liberazione dei 18 pescatori di Mazara del Vallo sequestrati in Libia 108 giorni fa e le pressioni dell’UE all’Egitto sul caso Regeni. Infine, i grafici del contagio nelle elaborazioni di Luca Gattuso.

I dati dell’epidemia diffusi oggi

Il bollettino di oggi sull’epidemia in Italia fotografa una situazione stazionaria nella sua gravità. Oltre 18mila nuovi casi registrati, con un tasso di positività in lieve aumento rispetto a ieri. I decessi sono ancora molti, quasi 700. Prosegue il calo di ricoveri e terapie intensive. Anche oggi è il Veneto la regione che conta più nuovi casi, seguito a distanza da Lombardia ed Emilia Romagna.
I dati settimanali, più significativi di quelli del giorno per giorno, confermano la tendenza alla lenta discesa della curva. La situazione è tutt’altro che sotto controllo, se si pensa che la media dei decessi dell’ultima settimana è la stessa dell’inizio di aprile. Ma allora il Paese rimase in lockdown per un intero altro mese.

Nessuna nuova misura per il fine settimana in arrivo

(di Anna Bredice)

Il ritardo con cui si stanno prendendo le decisioni sulle restrizioni di Natale conferma innanzitutto che nulla cambia in questo fine settimana, un weekend che dal Viminale si fa sapere sarà sotto alta osservazione a causa delle possibili partenze di migliaia di persone dalle stazioni e aeroporti prima della chiusura e il divieto di spostamenti tra Regioni che l’attuale Dpcm fa partire da lunedì. Quindi le misure più stringenti saranno attive dal 24 dicembre, ma al momento non c’è ancora nessuna conferma di cosa prevedano. L’incontro con le Regioni e gli enti locali è stato rinviato a domani e alle 18 ci sarà poi un Consiglio dei Ministri, e quindi domani, giorno in cui arrivano i dati settimanali sull’andamento dei contagi, ci saranno il nuovo Dpcm e il decreto legge.
La decisione sulle nuove restrizioni si intreccia con la verifica politica. È in corso quella con Italia Viva, rendendo ancora più difficile il confronto tra un’area che rimane ancora rigorista e le maggiori aperture che lo stesso Conte vorrebbe. Al momento però le ipotesi sono ancora quelle di due blocchi di zona rossa per tutta Italia, tra il 24 e il 27 e il 31 e 3 gennaio. Da decidere la possibilità di estendere i pranzi famigliari nei giorni di festa a due persone, ma su questo si sta discutendo. Per il Commissario Arcuri sono necessarie misure più stringenti perché sarebbe complicato, ha detto poco fa, partire con la più grande campagna di vaccinazione di massa contemporaneamente ad una terza ondata. Sulle vaccinazioni Arcuri ha confermato il V-Day, il 27 dicembre, in tutte le regioni. Si inizierà con il personale sanitario e gli anziani delle RSA, poi in maniera decrescente, dagli anziani e le persone con maggiori fragilità, entro l’autunno, ha detto, si dovrebbe completare la vaccinazione per tutti gli italiani che lo vorranno, frase che sottintende che non ci sarà un obbligo di vaccinarsi.

Quando si tornerà a scuola? I dubbi sono ancora tanti

(di Claudia Zanella)

Si torna a scuola, ma forse no. Mancano tre settimane al 7 gennaio e tutto sembra di nuovo messo in dubbio. Traspare dalle parole della Ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina. Ribadisce che il dovere del Paese sia riaprire, tornare alla didattica in presenza. Invita quindi alla responsabilità, a renderlo un obiettivo realizzabile. Un obiettivo quindi, non una certezza. Un traguardo subordinato all’andamento della pandemia. Ma, al di là delle responsabilità individuali, tutto il resto è pronto?
I sindacati sono scettici: non ci sono le condizioni. “Per la ripresa delle attività scolastiche in presenza non basta stabilire una data”, ha detto Maddalena Gissi, segretaria della Cisl scuola. I trasporti e il tracciamento sono i punti dolenti. E su entrambi sono le Regioni e gli enti locali che dovrebbero attrezzarsi. Ma ci si muove in ordine sparso e senza le risorse necessarie. Per il segretario della Flc Cgil, Francesco Sinopoli, “siamo di fronte all’ennesimo fallimento del sistema Paese sulla scuola. Non è stato fatto nulla in questi mesi: le prime responsabilità sono delle Regioni. A fare le spese della terza ondata è sempre la scuola“.

Trema la terra a Milano

(di Andrea Monti)

Alle cinque di oggi pomeriggio c’è stato un terremoto di magnitudo 3.9 in provincia di Milano, con epicentro a 6 km a ovest del municipio del capoluogo lombardo. La scossa è stata sentita sia in città sia in Comuni vicini, ma finora non si è avuta notizia di danni. Andrea Monti ha intervistato Lucia Luzi, direttrice della sezione milanese dell’Ingv, l’istituto nazionale di geofisica e vulcanologia:


 

Violazioni dei diritti umani nelle RSA. La denuncia di Amnesty

Nelle RSA durante i mesi della pandemia si sono verificate vere e proprie violazioni dei diritti umani: diritto alla vita, alla salute e a non ricevere trattamenti inumani e degradanti. Lo scrive Amnesty International Italia nel suo rapporto “Abbandonati”, dedicato alla gestione del COVID in Italia. Il rapporto è il quarto pubblicato in Europa da Amnesty, dopo quelli dedicati a Francia Belgio e Regno Unito. È focalizzato su tre Regioni italiane (Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna) ed è basato su più di ottanta interviste realizzate in questi mesi:


 

Caso Regeni, l’UE rivela le pressioni fatte sull’Egitto

(di Sara Milanese)

A quasi 5 anni dall’omicidio di Giulio Regeni in Egitto, Bruxelles dichiara di aver sempre seguito il caso e di aver fatto pressione sul Cairo per la verità sulla sua morte.
Abbiamo sollevato il tema negli incontri bilaterali, e chiesto alle autorità egiziane di collaborare con l’Italia per far luce sulle circostanze della morte; il caso Regeni è importante per tutta l’Unione”, ha detto oggi una portavoce della commissione.
Proprio ieri, in un vertice e Palazzo Chigi, il ministro degli esteri Di Maio aveva annunciato di voler coinvolgere le istituzioni europee per ottenere dal Cairo l’elezione di domicilio dei funzionari accusati dell’omicidio di Giulio dalla procura di Roma.
Domani pomeriggio il Parlamento europeo voterà invece una risoluzione sui diritti umani in Egitto nella quale si fa esplicito riferimento ai casi Regeni e Zaki.
Il testo condanna apertamente “il tentativo delle autorità egiziane di ostacolare le indagini su Giulio Regeni”, e chiede la liberazione immediata di Patrick Zaki.

Libia, liberati i 18 pescatori di Mazara Del Vallo

Arriveranno in Sicilia nei prossimi giorni i pescatori italiani liberati oggi in Libia, dove sono rimasti bloccati per 108 giorni. Stamattina Conte e Di Maio sono volati nel paese africano per celebrare l’evento. I pescatori erano stati accusati di essere entrati in acque di competenza libica. Subito dopo la liberazione Bianca Senatore ha intervistato la moglie di uno di loro e l’armatore Marco Marrone:


 

Conte punta al Quirinale? L’intervista all’ex ministro Formica

Conte, l’accentratore. Palazzo Chigi e i superpoteri su Recovery Plan e servizi segreti. Detrattori e critici del capo del governo sono convinti che questo sia il quadro che meglio definisce l’”avvocato del popolo”, ora. Memos ha ospitato Rino Formica, un osservatore della politica, di cui è stato un protagonista fino all’inizio degli anni ’90. Formica, 93 anni, dirigente del Partito Socialista di allora, è stato più volte ministro. Per Formica le ambizioni di Conte portano dritto al Quirinale. [LEGGI L’INTERVISTA A MEMOS]

Primavere Arabe, dieci anni dopo. Quali eredità hanno lasciato?

Dieci anni fa, il 17 dicembre 2010, nella città tunisina di Sidi Bouzid, il 26enne venditore ambulante Mohammed Bouazizi si diede fuoco in segno di protesta, stremato dai soprusi della polizia e dalla povertà. Il suo suicidio sarà il detonatore di una rivolta di piazza che in meno di un mese costringerà alla fuga il presidente Ben Ali.
Fu la prima delle cosiddette “primavere arabe”: nelle settimane successive le proteste scoppiarono in tutti i paesi del nord Africa e del Medio Oriente; passando dalla Libia, all’Egitto, fino allo Yemen e alla Siria.
Rolla Scolari, giornalista di Sky TG24 ed esperta di Medio Oriente, riflette per Radio Popolare sulle motivazioni dietro allo scoppio delle Primavere Arabe dieci anni fa e l’eredità che hanno lasciato nella zona. [LEGGI L’INTERVISTA A PRISMA]

COVID-19, la situazione nel Mondo

La pandemia nel mondo. La Germania – da ieri in lockdown – sta registrando i dati peggiori dall’inizio dell’emergenza. Nelle ultime 24 ore i contagi hanno superato la soglia dei 30mila. Oltre 600 i morti comunicati oggi. Anche la Polonia ha annunciato tre settimane di chiusure nazionali, a partire dal 28 dicembre.
In Svezia il governo ha ricevuto le critiche del Re per la sua strategia anti-coronavirus. “Penso che abbiamo fallito. Abbiamo un gran numero di morti e questo è terribile”, ha detto. La Svezia è uno dei pochi Paesi a non aver mai attuato un lockdown ed è lo Stato scandinavo con il più alto tasso di mortalità.
Critiche per la gestione della pandemia anche in Svizzera. I cinque maggiori ospedali del Paese hanno scritto al governo per chiedere misure più rigorose. I casi sono in forte crescita ma al momento non sono previste restrizioni.
Intanto, sul fronte del vaccino, la presidente della Commissione europea Von der Leyen ha dichiarato che la campagna di vaccinazione inizierà simbolicamente lo stesso giorno in tutti i paesi membri: il 27 dicembre.

L’andamento dell’epidemia di COVID-19 in Italia

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