di Chiara Vitali
Più di 600 morti e almeno 300 feriti. Il terremoto in Marocco potrebbe essere il peggiore di sempre nel Paese, dicono i media locali. Macerie per strada, edifici crollati o danneggiati, soprattutto nei villaggi vicini all’epicentro. Le scosse sono partite da Ighil, un piccolo comune rurale sulle montagne dell’Alto Atlante, nel centro del Paese. Proprio nella provincia attorno alle montagne si conta il maggior numero di vittime e si continua a scavare per estrarre chi ancora è intrappolato tra le macerie. “Qui i terremoti non sono totalmente inaspettati perché siamo su una faglia tra la placca eurasiatica e quella africana, ma un evento così drammatico non si vedeva da anni” dicono alcuni residenti ai cronisti. La magnitudo del terremoto è stata di 6,8 gradi sulla scala Richter, con epicentro a 8 chilometri di profondità.
La città più vicina è Marrakech, a 70 chilometri di distanza. Stanotte il sisma si è sentito forte, le persone sono scese in strada a migliaia per paura di nuove scosse di assestamento. Alcuni edifici nella Medina, il centro storico, sono stati danneggiati e la città è rimasta temporaneamente senza luce, elettricità e connessione internet. Le scosse si sono sentite anche a Casablanca. Lì stanotte le persone sono scese in strada per paura, e poi si sono fermate a pregare insieme. “Tutti, donne, uomini, bambini, nelle piazze con le sedie a pensare alle persone care che si trovano nelle zone del terremoto” raccontano i residenti.
Subito è scattata la solidarietà internazionale. Dal G20, i leader mondiali hanno espresso la loro vicinanza al Marocco. L’Unione europea si è detta pronta a inviare aiuti.