Il presidente turco, Erdogan, è tornato a chiedere chiarezza sulla scomparsa del giornalista saudita Jamal Khashoggi, dieci giorni fa, subito dopo il suo ingresso nel consolato dell’Arabia Saudita a Istanbul.
Erdogan ha chiesto a Riad di presentare le immagini che proverebbero – come dicono i sauditi – che Khashoggi abbia lasciato l’edificio che ospita la missione consolare. Anche Donald Trump ha detto che gli Stati Uniti faranno di tutto per fare chiarezza. Khashoggi viveva da tempo negli Stati Uniti, da quando non era più in linea con la casa reale saudita.
La vicenda rimane molto misteriosa ma è già un grosso caso diplomatico, che potrebbe modificare addirittura alcuni equilibri geopolitici.
Khashoggi scriveva per il Washington Post. Diversi esponenti dell’amministrazione Trump hanno chiesto a Riad di fare chiarezza e di farlo in fretta. L’Arabia Saudita non è solamente un attore fondamentale nella geopolitica del Medio Oriente, è anche il principale alleato degli americani nel mondo arabo. Se dovesse essere confermata la versione dei media turchi, che in questi giorni hanno citato diversi funzionari di Ankara, e cioè che Khashoggi sia stato ucciso all’interno del consolato saudita di Istanbul, Washington non potrebbe far finta di niente.
Anche il governo britannico, uno degli sponsor – e uno dei fornitori di armi – di Riad, ha usato parole molto dure. Il ministero degli Esteri ha detto che Londra potrebbe dover ripensare la sua relazione con l’Arabia Saudita.
In fondo questa vicenda mette a nudo le contraddizioni del progetto di riforme del principe ereditario Mohammed Bin Salman, che tra l’altro prevede alcune aperture sociali, come quelle nei confronti delle donne.
La scomparsa di Khashoggi ci ricorda però la natura autoritaria della casa reale saudita.
Grazie alla nuova immagine del Paese che aveva costruito Mohammed Bin Salman, lo stesso principe ereditario era stato nei mesi scorsi proprio a Londra e Washington. Senza dimenticare che Trump aveva già scelto Riad per la sua prima trasferta internazionale. Potremmo già essere in una nuova fase, che però non conosciamo.