Approfondimenti

Carne coltivata: cos’è, quali sono i suoi vantaggi e il punto sulla sperimentazione

Carne Sintetica

La cosiddetta carne sintetica è entrata all’improvviso nel dibattito pubblico in Italia dopo che lo scorso 28 marzo il Consiglio dei Ministri ha approvato, con una procedura d’urgenza, un disegno di legge in materia di divieto di produzione e di immissione sul mercato di alimenti e mangimi sintetici

La decisione è stata presa dal governo di Giorgia Meloni su proposta del Ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste Francesco Lollobrigida e nella nota diffusa da Palazzo Chigi si parla di “tutelare la salute umana e il patrimonio agroalimentare”. Ma cosa significa davvero carne sintetica, a che punto è la ricerca e perchè il governo italiano sembra essere così contrario a questa sperimentazione? Ne abbiamo parlato a Considera l’Armadillo con Federica Giordani, direttrice di Vegolosi.it

Se vogliamo stare alle definizioni da dizionario, di sintetico non ha nulla. Le definizione corretta è carne coltivata perchè si tratta di cellule muscolari e tessuti muscolari animali che vengono riprodotti attraverso un sistema assolutamente comprovato e sul quale, ovviamente, si stanno facendo tantissimi studi nel mondo. I tessuti animali che vengono fatti riprodurre, partendo da cellule staminali animali, all’interno di bioreattori. I bioreattori non sono niente di fantascientifico, lo sono anche i fermentatori che si utilizzano da sempre per fare la birra, ovviamente con caratteristiche diverse. Sono strumentazioni che utilizziamo da tantissimi anni e per gli scopi più disparati.

Stiamo parlando di studi ed esperimenti, la produzione di massa di carne coltivata è ancora molto lontana, come ha spiegato Federica Giordani a Radio Popolare. Ad oggi ci sono soltanto due posti nel mondo in cui i consumatori possono provarla e assaggiarla: un ristorante a Tel Aviv e un ristorante a Singapore. “L’arrivo della carne coltivata nella GDO, la Grande distribuzione organizzata, al momento è ancora fantascienza, nonostante il governo italiano sembri pensare il contrario. Anzi, ad oggi non c’è nessun nessuna evidenza del fatto che questo prodotto possa diventare un prodotto concorrenziale con la carne animale“.

La carne coltivata non deve essere confusa coi prodotti vegetali che si trovano oggi in commercio come sostituti della carne animale. In quel caso si tratta di prodotti vegetali, sotto forma di polpette, hamburger o bistecche, realizzati con ingredienti completamente vegetali che riescono a riprodurre il sapore e la consistenza della carne animale. La carne coltivata, invece, è “carne coltivata è carne animale a tutti gli effetti, prodotta senza la necessità di uccidere gli animali. Viene semplicemente prelevata in biopsia una quantità di tessuto e l’animale resta vivo e vegeto, ma si stanno facendo anche esperimenti per coltivare la carne partendo da un prelievo di sangue, quindi partendo dalle cellule staminali“.

I vantaggi della carne coltivata non si fermano qui. “Gli esperimenti e la ricerca sulla carne coltivata hanno l’obiettivo di cercare delle forme alternative di produzione di alimenti proteici che possono avere un impatto ambientale minore, un minore uso di terreni e una minore necessità di acqua. Se stiamo ai dati che qualche anno fa il ricercatore olandese Mark Post aveva dato in riferimento al rapporto e al confronto tra la carne proveniente dagli allevamenti e quella coltivata, si parlava per la carne coltivata di 376 volte in meno ettari di terra necessari rispetto alla carne animale e il 90% in meno di acqua“.

Ma perchè in Italia il governo ha deciso di dichiarare guerra alla carne coltivata (primo paese al mondo a farlo)?

Non hanno molto senso le motivazioni che sono state addotte da questo DDL. Si parla addirittura di giustizia sociale, di disoccupazione e tutela della biodiversità, tutte cose non vere perchè non è possibile pensare banalmente che i ricchi mangeranno bene e i poveri mangeranno male. Impossibile dirlo perchè la carne coltivata potrebbe costare molto meno rispetto a quella che mangiamo adesso. È impossibile fare previsioni perchè la produzione in massa è ancora molto lontana. In conferenza stampa si è parlato di un principio di precauzione per la salute dei cittadini, ma non esiste alcuna evidenza scientifica sul fatto che questo prodotto possa essere più o meno salubre rispetto alla carne che c’è ora. Non c’è un motivo per dire no, se non quello che è chiaramente emerso in conferenza stampa: la questione degli investimenti. C’è il timore che la ricerca sulla carne in vitro possa trovare degli investitori molto più pronti ad aprire i portafogli rispetto alle fabbriche e agli allevamenti intensivi che abbiamo adesso perché sostanzialmente si tratta di sistemi storicamente ed economicamente non efficienti. L’intero comparto è in crisi e in tensione da moltissimi anni e ogni segnale di innovazione viene immediatamente bloccato anche a livello di comunicazione per paura che questo sistema si possa incrinare ancora più di quanto non lo sia già.

Potete riascoltare l’intervista integrale a Federica Giordani nel podcast di Considera l’Armadillo.

  • Autore articolo
    Redazione
ARTICOLI CORRELATITutti gli articoli
POTREBBE PIACERTI ANCHETutte le trasmissioni

Adesso in diretta

  • Ascolta la diretta

Ultimo giornale Radio

  • PlayStop

    Giornale Radio mercoledì 26/11 12:29

    Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi. Tutto questo nelle tre edizioni principali del notiziario di Radio Popolare, al mattino, a metà giornata e alla sera.

    Giornale Radio - 26-11-2025

Ultimo giornale Radio in breve

  • PlayStop

    Gr in breve mercoledì 26/11 18:29

    Edizione breve del notiziario di Radio Popolare. Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi.

    Giornale Radio in breve - 26-11-2025

Ultima Rassegna stampa

  • PlayStop

    Rassegna stampa di mercoledì 26/11/2025

    La rassegna stampa di Popolare Network non si limita ad una carrellata sulle prime pagine dei principali quotidiani italiani: entra in profondità, scova notizie curiose, evidenzia punti di vista differenti e scopre strane analogie tra giornali che dovrebbero pensarla diversamente.

    Rassegna stampa - 26-11-2025

Ultimo Metroregione

  • PlayStop

    Metroregione di mercoledì 26/11/2025 delle 07:15

    Metroregione è il notiziario regionale di Radio Popolare. Racconta le notizie che arrivano dal territorio della Lombardia, con particolare attenzione ai fatti che riguardano la politica locale, le lotte sindacali e le questioni che riguardano i nuovi cittadini. Da Milano agli altri capoluoghi di provincia lombardi, senza dimenticare i comuni più piccoli, da dove possono arrivare storie esemplificative dei cambiamenti della nostra società.

    Metroregione - 26-11-2025

Ultimi Podcasts

  • PlayStop

    Esteri di mercoledì 26/11/2025

    Il giro del mondo in 24 ore. Ideato da Chawki Senouci e in onda dal 6 ottobre 2003. Ogni giorno alle 19 Chawki Senouci e Martina Stefanoni selezionano e raccontano fatti interessanti attraverso rubriche, reportage, interviste e approfondimenti. Il programma combina notizie e stacchi musicali, offrendo una panoramica variegata e coinvolgente degli eventi globali.

    Esteri - 26-11-2025

  • PlayStop

    L'Orizzonte di mercoledì 26/11 18:33

    L'Orizzonte è l’appuntamento serale con la redazione di Radio Popolare. Dalle 18 alle 19 i fatti dall’Italia e dal mondo, mentre accadono. Una cronaca in movimento, tra studio, corrispondenze e territorio. Senza copioni e in presa diretta. Un orizzonte che cambia, come le notizie e chi le racconta. Conducono Luigi Ambrosio e Mattia Guastafierro.

    L’Orizzonte - 26-11-2025

  • PlayStop

    Boom della sanità privata mentre aumentano gli italiani che rinunciano a curarsi

    La privatizzazione della sanità è già oggi una realtà. Lo dice l’ultimo rapporto della Fondazione Gimbe. Negli ultimi 7 anni la spesa sanitaria degli italiani nel privato è cresciuta del 131%. Ormai, spiega il Gimbe, il privato rappresenta la spina dorsale di interi settori come la riabilitazione. Di pari passo cresce la quota di persone che rinunciano a curarsi, sono arrivate a quasi 6 milioni nel 2024. Ascolta l’intervista di Mattia Guastafierro a Marco Mosti, direttore generale del Gimbe.

    Clip - 26-11-2025

  • PlayStop

    Poveri ma belli di mercoledì 26/11/2025

    Un percorso attraverso la stratificazione sociale italiana, un viaggio nell’ascensore sociale del Belpaese, spesso rotto da anni e in attesa di manutenzione, che parte dal sottoscala con l’ambizione di arrivare al roof top con l’obiettivo dichiarato di trovare scorciatoie per entrare nelle stanze del lusso più sfrenato e dell’abbienza. Ma anche uno spazio per arricchirsi culturalmente e sfondare le porte dei salotti buoni, per sdraiarci sui loro divani e mettere i piedi sul tavolo. A cura di Alessandro Diegoli e Disma Pestalozza

    Poveri ma belli - 26-11-2025

  • PlayStop

    Vieni con me di mercoledì 26/11/2025

    Vieni con me è una grande panchina sociale. Ci si siedono coloro che amano il rammendo creativo o chi si rilassa facendo giardinaggio. Quelli che ballano lo swing, i giocatori di burraco e chi va a funghi. Poi i concerti, i talk impegnati e quelli più garruli. Uno spazio radiofonico per incontrarsi nella vita. Vuoi segnalare un evento, un’iniziativa o raccontare una storia? Scrivi a vieniconme@radiopopolare.it o chiama in diretta allo 02 33 001 001 Dal lunedi al venerdì, dalle 16.00 alle 17.00 Conduzione, Giulia Strippoli Redazione, Giulia Strippoli e Claudio Agostoni La sigla di Vieni con Me è "Caosmosi" di Addict Ameba

    Vieni con me - 26-11-2025

  • PlayStop

    Volume di mercoledì 26/11/2025

    Dal lunedì al venerdì dalle 14.00 alle 16.00, Elisa Graci e Dario Grande vi accompagnano alla scoperta del suono di oggi: notizie, tendenze e storie di musica accompagnate dalle uscite discografiche più imperdibili, interviste con artisti affermati e nuove voci, mini live in studio e approfondimenti su cinema, serie TV e sottoculture emergenti. Il tutto a ritmo di giochi, curiosità e tanta interazione con il pubblico. Non fartelo raccontare, alza il Volume!

    Volume - 26-11-2025

  • PlayStop

    Musica leggerissima di mercoledì 26/11/2025

    a cura di Davide Facchini. Per le playlist: https://www.facebook.com/groups/406723886036915

    Musica leggerissima - 26-11-2025

  • PlayStop

    Legge sul consenso, il governo non può tornare indietro

    La legge sul consenso si ferma al Senato perché la presidente della Commissione Giustizia Giulia Buongiorno vuole correggerla, ma la Lega esprime anche dubbi generali sulla necessità di una legge che definisca il consenso. Secondo Alessandra Maiorino, vice-capogruppo M5S Senato e Coordinatrice Comitato Politiche di Genere e Diritti Civili: “Da noi al Senato il provvedimento è arrivato tardi, da una parte c’è una questione strumentale per cui la Lega vuole più tempo, dall’altra parte c’è una questione reale, vogliamo leggere e approfondire il testo, quindi non trovo lunare la richiesta di prendere più tempo”. Insomma l’accordo c’è per approvare la legge. “L’importante è che il 609 bis che punisce la violenza sessuale agita finora con violenza, minaccia o abuso di potere, sia adegui a quello che dice la giurisprudenza: non servono il sangue, i lividi, le botte o le minacce perché ci sia violenza sessuale, basta che quell’atto sia stato compiuto senza il consenso della donna”. L'intervista di Cinzia Poli e Claudio Jampaglia.

    Clip - 26-11-2025

  • PlayStop

    Considera l’armadillo di mercoledì 26/11/2025

    Noi e altri animali È la trasmissione che da settembre del 2014 si interroga su i mille intrecci di una coabitazione sul pianeta attraverso letteratura, musica, scienza, costume, linguaggio, arte e storia. Ogni giorno con l’ospite di turno si approfondisce un argomento e si amplia il Bestiario che stiamo compilando. In onda da lunedì a venerdì dalle 12.45 alle 13.15. A cura di Cecilia Di Lieto.

    Considera l’armadillo - 26-11-2025

  • PlayStop

    Cult di mercoledì 26/11/2025

    Oggi Cult, il quotidiano culturale di Radio Popolare, era in onda alle 11.30 dallo spazio "Living Together" della Comunità di Sant'Egidio al Corvetto, con: Modou Gueye del C.I.Q.; Roberto Di Puma per lo spazio "Fratelli Bonvini 1909; Alice Marinoni di Formattart; Barbara Sorrentinini con i curatori del progetto di cinema di territorio Wanted Clan...

    Cult - 26-11-2025

  • PlayStop

    Gli speciali di mercoledì 26/11/2025 - ore 11:02

    I reportage e le inchieste di Radio Popolare Il lavoro degli inviati, corrispondenti e redattori di Radio Popolare e Popolare Network sulla società, la politica, gli avvenimenti internazionali, la cultura, la musica.

    Gli speciali - 26-11-2025

  • PlayStop

    Il Maestro, caduta e rinascita di un ex divo del tennis nella Roma degli anni ‘80

    Raul Gatti è un ex campione del tennis caduto in disgrazia, alcolista e disoccupato, interpretato da Pierfrancesco Favino nel film Il Maestro: “Ho seguito il tennis fin da ragazzo e mi sono subito affezionato a questo personaggio perdente, il più fallito che ho interpretato nella mia vita. Perché anche quelli che ho rappresentato in passato, per quanto fossero decaduti, avevano comunque un atteggiamento da vincenti”. Siamo negli anni ‘80 e Gatti viene assoldato per allenare un giovanissima promessa, Felice Milella, un ragazzino di 13 anni con i numeri per partecipare ai match più prestigiosi. Il regista Andrea Di Stefano aveva questo progetto nel cassetto molto prima che il tennis tornasse ad essere uno sport di moda: “Ho scritto questa sceneggiatura nel 2006, l’ho depositata e abbiamo le prove – ironizza il regista. Doveva essere il mio primo lungometraggio, prima ancora di realizzare L’ultima notte di Amore, con Pierfrancesco Favino, a cui avevo già pensato allora per questo personaggio di divo decaduto”. L'intervista di Barbara Sorrentini al regista Andrea Di Stefano e a Pierfrancesco Favino.

    Clip - 26-11-2025

Adesso in diretta