Carla Cerati, grande fotografa e scrittrice, è scomparsa lo scorso 19 febbraio. Una fotografa che noi di Radio Popolare abbiamo amato molto non solo per il suo importante lavoro di documentazione del cambiamento in un trentennio della nostra società: movimenti sociali, politici, scontri di piazza, manifestazioni femministe, i processi i personaggi.
Dal sessantotto in poi Carla Cerati è stata un’osservatrice acuta, attenta e una bravissima fotografa; la abbiamo ospitata tante volte nei nostri studi e ogni volta in cui la abbiamo intervistata abbiamo anche incontrato quel suo sguardo pungente incorniciato da un caschetto rosso fuoco.
La maggior parte delle persone forse la ricorda per il libro “Morire di classe” che uscì proprio nel ’68 , le sue foto e quelle di Gianni Berengo Gardin aprirono gli occhi di una società addormentata sul dramma dei manicomi. Un libro fatto in accordo con lo psichiatra Franco Basaglia che contribuì ad arrivare alla legge 180 per la chiusura dei manicomi.
Poi nel ’74, con l’Editore Mazzotta, uscì “Forme di donna”: uno sguardo sul corpo femminile assolutamente nuovo, non erotico, ma che guardava quel corpo come se fosse una meravigliosa scultura dalle forme plastiche e sinuose.
E ancora con“Mondo Cocktail” ha documentato l’atmosfera delle vernici e dei rinfreschi alle inaugurazioni di mostre negli anni ’70 con un occhio ironico sulla società borghese. E non bisogna nemmeno dimenticare la sua lunga e ricca ricerca su Milano e sui suoi cambiamenti.
Nel 2010, in occasione di una mostra alla Spazio Forma di Milano nella quale erano esposte le sue fotografie, insieme a quelle di altri, tra cui Berengo Gardin, l’abbiamo intervistata tracciando un percorso interessante, un po’ a volo d’uccello sul suo prezioso lavoro.
Ascolta l’intervista con Carla Cerati