
Difficile per gli artisti iraniani esprimersi liberamente.
Gli ultimi a subire una condanna sono stati due poeti, colpevoli di “insulti al sacro” e “propaganda contro il regime”. La goccia che ha fatto traboccare il vaso: aver stretto la mano di persone del sesso opposto. Si tratta di Fatemeh Ekhtesari, 31 anni, condannata a 11 anni e sei mesi di prigione e Mehdi Mousavi, 41 anni, condannato a nove anni di prigione.
I due poeti hanno ricevuto ciascuno 99 frustrate. A favore dei due si sono espressi con una petizione gli intellettuali che fanno parte del centro americano PEN. “Siamo profondamente preoccupati per le sentenze disumane pronunciate contro Ekhtesari e Mousavi, colpevoli soltanto di essersi espressi attraverso la loro arte”, scrivono i firmatari.
Già nel gennaio 2014 i due hanno passato 38 giorni in isolamento. La poetessa iraniana ha conosciuto grande successo con i suoi poemi sui vizi della società iraniana e per la sua lotta per la parità tra uomo e donna.
“Vizi di cui non si doveva parlare per il regime”, commenta ai microfoni di Radio Popolare il portavoce di Amnesty International Riccardo Noury. Che ricorda anche la storia di Keywan Karimi, regista curdo iraniano condannato a sei anni di carcere e 223 frustrate. Il reato commesso? Aver raccontato le rivoluzioni a Teheran attraverso i murales lasciati sui muri. Il lavoro, ancora inedito, s’intitola Writing on the City.
Eppure il nuovo presidente Hassan Rohani era stato eletto proprio per le sue aperture ai diritti umani. Theran, però, “è ancora una teocrazia”, ricorda Noury. E il parere dell’ayatollah Khamenei conta ancora di più del presidente.
L’intervista a Riccardo Noury di Chawki Senouci, nella puntata del 4 novembre di Esteri
Riccardo Noury: le promesse non mantenute dell’Iran di Rohani