E’ stata un’altra giornata al cardiopalma per la città di Roma, travolta dalle notizie che si susseguono e che segnano la tenuta della Giunta Capitolina. Virginia Raggi, durante un suo piccolo bagno di folla in occasione del 63 esimo anniversario della Difesa di Roma, ha promesso ai cittadini che la incoraggiava “io non mollo”. Ed infatti resta salda al suo posto mentre tutto intorno alei è un continuo di dimissioni ed incarichi che saltano.
Come è accaduto a Raffaele De Dominicis, magistrato, ex Presidente della Corte dei Conti, nominato appena la scorsa domenica assessore al Bilancio e presentato come l’uomo di legge e dei conti in grado di mettere mano al bilancio di Roma e scoprire i buchi nella municipalizzate. A comunicare che non sarà più l’assessore non è stato lui, ma la sindaca Raggi che su Facebook scrive che non ha i requisiti previsti dal Movimento 5 Stelle. Poco dopo notizie di agenzia confermeranno che risulta indagato per abuso d’ufficio. E’ stato insomma nominato senza le dovute verifiche. De Dominicis non l’ha presa bene e al telefono ha fatto dire “io ne voglio restare fuori, sto male e la colpa è tutta dei giornalisti”.
Lui insieme a Muraro, Marra e Romeo è però una delle quattro teste chieste ieri dal Direttorio nazionale a Virginia Raggi, in cambio del sostegno compatto del Movimento. Ed altre dimissioni hanno segnato queste ore. E’ andato via l’intero ‘mini direttorio’ romano, ovvero quei due deputati e un consigliere regionale – Taverna, Castaldo e Perilli – eletti a Roma e molto radicati sul territorio. Avrebbero dovuto vigilare e consigliare la Sindaca funzionando da cintura di collegamento con la base.
“La macchina amministrativa è partita e procede spedita, non c’è più bisogno di noi”. Una motivazione burocratica lontana dalla realtà che mostra in tutta la sua concretezza il dissenso causato dalle scelte della Sindaca, che ieri a Nettuno Grillo ha cercato di celare dicendo “il movimento è tutto unito, Virginia vai avanti”.