Nel centenario della sua morte, la città di Milano celebra Umberto Boccioni con una mostra a Palazzo Reale aperta al pubblico dal 23 marzo al 10 luglio 2016.
Disegni, dipinti, sculture, incisioni, fotografie d’epoca, riviste e documenti, un percorso espositivo di 280 opere frutto di una lunga ricerca curata dal Gabinetto dei Disegni della Soprintendenza del Castello Sforzesco.
A parte i più giovani, in tantissimi abbiamo visto Boccioni in diverse mostre antologiche o dedicate alle figure più importanti del Futurismo, con le sue opere più significative e più importanti. Questa mostra è diversa: si tratta di un percorso filologico, sicuramente molto apprezzato da studiosi e appassionati, ma forse un po’ più difficile per il largo pubblico.
Divisa in due capitoli, la mostra presenta nel primo il Boccioni pre-futurista, e nell’altro il periodo futurista. Tutto il percorso è fatto di accostamenti tra le opere dell’artista e disegni, studi e opere di altri artisti che lo hanno influenzato o colpito per qualche elemento o riflessione che poi ritroviamo nelle visioni e nella ricerca di Boccioni.
Molta importanza nel percorso proposto hanno i disegni provenienti dal Castello Sforzesco e i disegni preparatori di opere molto importanti come i ritratti della madre, le officine di Porta Romana o le diverse opere sul dinamismo di corpi umani o cavalli e la scultura che chiude il percorso una versione di “Forme uniche della continuità nello spazio”.
Cento sono i disegni, 38 le opere di Boccioni e le altre cento di altri autori sono prestiti da importanti musei e collezioni private. La mostra, promossa dal Comune di Milano, è stata organizzata dal Castello Sforzesco, dal Museo del Novecento, da Palazzo Reale e dalla casa editrice Electa che l’ha anche finanziata con un milione e trecentomila euro. In mostra abbiamo incontrato la curatrice Francesca Rossi, storica dell’arte.
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