L'Ambrosiano

Velo, piazza, repressione, donne e bando ai contemplatori di ombelico

Le donne tengono all’erta la coscienza collettiva: a che prezzo! Masha Amini sorpresa dalla polizia morale iraniana (c’è dal 2005, ma parlando cogli ayatollah di nucleare l’Occidente ha sorvolato) per il velo fuori posto è stata uccisa; in piazza più di cento morti, migliaia di arresti. Domanda angosciata: quanto deve durare la mattanza prima che i media passino ad altro? Delle donne afghane private dai talebani di lavoro, istruzione, diritti all’esistenza non parla più nessuno. Si affacciano ogni tanto sui tg immagini di cortei di donne americane in difesa del diritto di decidere se diventare madri o meno cancellato dalla Corte Suprema trumpizzata. Da video e scena politica è scomparso il Myanmar; lì pure le donne si son rivoltate contro i militari dal pugno di ferro: decine di migliaia di morti, 150 mila bambini con le madri (se sopravvissute) scappati nella giungla, la ex premier Aung San Suu Kyi in carcere. Teheran, Kabul, Naypyidaw, Stati Usa governati da repubblicani chiamano, ma Roma è distratta; con lei l’Europa (che dovrebbe avere una politica estera comune, non chi dice: ok se ci guadagno). Aspettiamo le scelte di Giorgia Meloni in politica estera (a cominciare dal Ministro) e diritti. Ci sono gli sconfitti, però. Han promesso «opposizione intransigente». Ci mancherebbe! Incombono bollette, inflazione, recessione, socialità a rischio: difficile far la differenza con l’anoressia nei numeri. Un modo che i partiti (Pd in primis) han per capire la fuga di elettori, arginare la slavina e risorgere è non guardarsi l’ombelico. C’è da farsi riconoscere per quel che si vuol essere su diritti, paradigmi d’umanità (processi produttivi, modi di lavorare, stili di vita, lotta a discriminazioni, ingiustizie, dissesti ambiente, sprechi), visioni del mondo (di pace, alla Francesco), per pensare battaglie credibili e mobilitazioni di piazza (i social sono volatili, impersonali), avere coraggio (non come con jus scholae e culturae). Interrogarsi su perché non hanno avuto eredi donne di aree culturali tipo Nilde Iotti, Tina Anselmi, Lina Merlin, Maria E. Martini, Rosy Bindi, e movimenti femminili laboratori d’un modo di prendere e vivere la vita che le donne sole possiedono, per tutti.

  • Marco Garzonio

    Giornalista e psicoanalista, ha seguito Martini per il Corriere della Sera, di cui è editorialista, lavoro culminato ne Il profeta (2012) e in Vedete, sono uno di voi (2017), film sul Cardinale di cui firma con Olmi soggetto e sceneggiatura. Ha scritto Le donne, Gesù, il cambiamento. Contributo della psicoanalisi alla lettura dei vangeli (2005). In Beato è chi non si arrende (2020) ha reso poeticamente la capacità dell’uomo di rialzarsi dopo ogni caduta. Ultimo libro: La città che sale. Past president del CIPA, presiede la Fondazione culturale Ambrosianeum.

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    Il gabinetto di sicurezza israeliano ha approvato l’accordo per un cessate il fuoco nella striscia di Gaza. Se non ci saranno sorprese, la tregua dovrebbe entrare in vigore a partire da domenica a mezzogiorno. In questo contesto, sono sempre più le ONG che chiedono che il governo israeliano permetta a giornalisti e osservatori internazionali di entrare nella striscia, dopo quindici mesi in cui non è mai stato possibile. Tra queste c’è il Cospe. Abbiamo parlato con Anna Meli, la presidente.

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    1) Il gabinetto di sicurezza israeliano approva l’accordo per il cessate il fuoco a Gaza. Fino a domenica, però, le bombe continueranno a cadere. Più di 100 persone sono state uccise nella striscia dall’annuncio dell’accordo. (Anna Momigliano - Haaretz, Francesco Sacchi - Emergency, Anna Meli - Cospe) 2) Fentanyl, Taiwan e Tik Tok. Donald Trump e Xi Jinping parlano al telefono per la prima volta dal 2021. “Risolveremo tutti i problemi insieme” dice Trump, mentre la corte suprema statunitense conferma il bando di TikTok. (Gabriele Battaglia) 3) La Geopolitica dell’AI. Washington cerca di mantenere il suo vantaggio nella battagli per l’intelligenza artificiale. (Marco Schiaffino) 4) La legge di depenalizzazione dell’aborto in Francia compie 50 anni. Il discorso di Simon Veil, pronunciato davanti ad un’Assemblea tutta maschile, fece la storia. 5) Mondialità. La sconfitta della diplomazia e la geopolitica nel frullatore. (Alfredo Somoza)

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    Sessantotto lavoratori e lavoratrici della ristorazione licenziati. Grandi Stazioni Retail ha deciso di non rinnovare il contratto d’affitto con Sarf, la società che da anni gestisce alcuni esercizi commerciali negli spazi della stazione Centrale di Milano. Da qui l’annuncio dei licenziamenti. I sindacati hanno indetto la prima di una serie di giornate di sciopero e oggi hanno fatto un presidio in piazza Duca d’Aosta, vicino all’ingresso della stazione. Abbiamo intervistato Valeria Cardamuro, segretaria della Uiltucs Lombardia.

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    Un percorso attraverso la stratificazione sociale italiana, un viaggio nell’ascensore sociale del Belpaese, spesso rotto da anni e in attesa di manutenzione, che parte dal sottoscala con l’ambizione di arrivare al roof top con l’obiettivo dichiarato di trovare scorciatoie per entrare nelle stanze del lusso più sfrenato e dell’abbienza. Ma anche uno spazio per arricchirsi culturalmente e sfondare le porte dei salotti buoni, per sdraiarci sui loro divani e mettere i piedi sul tavolo. A cura di Alessandro Diegoli e Disma Pestalozza

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