Il documento programmatico di bilancio (DPB) appena mandato a Bruxelles prefigura una legge di bilancio piccola piccola e non solo perché ammonta a 23 miliardi: da una parte molto sta già nel PNRR (Piano nazionale di ripresa e resilienza) e dall’altra non si ha il coraggio di affrontare le emergenze che stanno sempre di più stanno diventando preoccupanti: le diseguaglianze economiche e la questione sociale che viene lasciata solo sullo sfondo.
E’ vero che viene rifinanziato il reddito di cittadinanza, ma questo non viene riorganizzato e riformato e soprattutto rimane ancora irrisola la questione della riforma degli ammortizzatori sociali e della lotta alle nuove povertà: poche risorse, scarsi investimenti per un sistema del welfare veramente universale. E pure la soluzione pasticciata data a quota 100 (che diventerà 102 il prossimo anno e 104 nel 2023) lascia in ombra la questione di fondo: come rivedere un sistema previdenziale che nei prossimi anni rischia di diventare insostenibile, non tanto economicamente, ma socialmente.
Anche il taglio del cuneo fiscale (misura reiterata in questi ultimi 25 anni) rischia di essere un pannicello caldo di fronte all’enorme ingiustizia fiscale del nostro paese. E non solo per l’evasione fiscale o per i super-ricchi che pagano veramente pochissime tasse, ma anche per il confronto tra lavoratori e datori di lavoro: i primi che hanno fruito di tagli di tasse per qualche decimale e i secondi che hanno visto ridurre le tasse sui profitti dal 37% al 24% in 15 anni. Così non può continuare.
Si rinvia la plastic tax e non si hanno notizie della riduzione dei sussidi ambientalmente dannosi (SAD), per i quali l’Italia spende ogni anno quasi 20 miliardi a favore di chi inquina con produzioni e consumi dannosi per l’ambiente. Vedremo cosa ci sarà veramente nella legge delega sul fisco.
Trasmesso in ritardo il documento programmatico di bilancio a Bruxelles, ancora non pervenuta la legge di bilancio in parlamento (se tutto va bene se ne parla tra due-tre settimane), le camere avranno un semplice ruolo di ratifica, i cambiamenti saranno minimi e la tanto invocata società civile sarà costretta a limitarsi a guardare. E’ una legge di bilancio che non dà una sterzata al paese ed è semplicemente una sorta di misura di accompagnamento al PNRR, le cui misure sono però di là da venire. Quello che manca è proprio una discussione sul modello di sviluppo e sugli investimenti di cui avrebbe bisogno il nostro paese,. La politica industriale continua a non esistere. Per questo la prossima legge di bilancio rischia di essere l’ennesima occasione mancata.