La guerra in Ucraina consegna a noi, al sicuro nel caldo delle nostre case (e quanto è concreta questa immagine, vista la dipendenza dal gas russo) la sensazione di un immeritato privilegio e la più costante delle scene: gli addii al confine, le donne in fuga per mettere in salvo i piccoli e gli uomini – padri, fratelli, amici e fidanzati – che tornano indietro a combattere contro le truppe russe che hanno invaso il loro paese. Agli uomini la guerra, πόλεμος, alle donne la vita, la cura, l’accudimento delle esistenze più fragili.
Ognuno e ognuna costretto in un unico e antico ruolo che azzera differenze, volontà, speranze, progetti e che appare insieme tanto arcaico quanto resistente. Terribile e distruttivo il maschile, seppur nella parte di chi si difende da un’aggressione, quanto fondamentale per la parte del femminile che ha in cura la nuda possibilità della sopravvivenza umana. Questa è la vita, questa è la guerra, nei secoli dei secoli, ci dicono le file di auto verso i confini, i bambini portati per mano dalle mamme, le facce di maschi giovani che, davanti alle telecamere della guerra, raccontano in diretta le separazioni, per genere e per destino da tutti subito, delle famiglie. E se è vero che guerra ha continuato ad essere in tante parti del mondo anche prima dell’invasione dell’Ucraina, è vero – un po’ vergognosamente – che la prossimità produce un’identificazione più forte con gli aggrediti di oggi, come più forte è la sensazione di un pericolo che ci riguarda da vicino.
Intanto la vita continua e si fa forza. Anche in guerra, sotto le bombe, nel rumore delle esplosioni e delle sirene di allarme. E arriva fin qua nelle forme più impensabili, stridenti e insieme struggenti. E dunque può capitare, è capitato ad una giovane docente di un’università europea, di ricevere una mail da una propria studentessa: chiede un semplice rinvio nella consegna del proprio saggio di fine corso. Quante volte è capitato di ricevere una simile richiesta: mai però da una giovane donna che lo scrive, mentre, con la sua famiglia, è nascosta in un garage, in Ucraina.