Il 3 e 4 ottobre si vota per Sindaci e consigli di importanti città: Milano, Roma, Torino, Napoli, Bologna. La politica dovrebbe confrontarsi sul da farsi: casa (edilizia pubblica e alloggi per giovani coppie), lavoro, bus e metrò, welfare, sostegno maternità, spazi per bimbi, luoghi di aggregazione per giovani, anziani da valorizzare, Sanità: col Covid le Regioni han fallito in prevenzione e Medicina sul territorio e i Comuni le competenze le hanno. Milano poi dovrebbe rilanciare il patto con le città d’Europa, che possono fare molto dove gli Stati Nazionali non arrivano: integrazione di culture, solidarietà, sviluppo sostenibile.
In città gli amministratori son riconosciuti per strada. L’avvio della campagna elettorale però ricalca i mesi che han portato a scelta di candidati e volatilità di progetti e alleanze: città usate per equilibri nazionali. Mortificare le autonomie per giochi centralisti è antica prassi; oggi pesa un’inconsistenza di idealità su autonomie, visione politica, classi dirigenti. Su generazioni decapitate da Tangentopoli ed emergenze ormai normalità s’è innestata poi una specie di animali politici che si atteggiano a moderni, ma son vecchi come il mondo: i Polisauri.
La specie Sauri sarebbe estinta, però i dna si fan rivivere (Spielberg docet) e i tratti son quelli: mole, ingombro, invasività di spazi, imprevedibilità, vita di branco. La voracità nel cacciare gli umori della gente li rende sondaggiofagi. Un apparato digerente efficiente consente loro di nutrirsi della politica come governo od opposizione secondo convenienze o ultima reazione social.
I Tg esaltano il “pur di esserci” dei Polisauri con spot autocelebrativi: aperitivi; selfie; amministratori aspiranti sceriffi; like (nei Sauri suppliscono a pensiero); voto web per conciliare comici e avvocati; agorà telematiche; autobiografie a riscrivere la storia. Un asteroide affossò l’archetipo dei Sauri: la specie “Dino”. Oggi un evento meno traumatico potrebbe rispedire i Polisauri tra i fossili: un voto per le città e non per verificare l’unità d’una destra in cerca d’identità e di chi comanda o per convertire in matrimonio la coppia di fatto (non si sa se convivente, né se fertile) Pd e 5 Stelle. A volerlo!