Ed ecco che sui giornali si parla ancora dei No tav.
Certo!
Ma solo perchè c’è stata un’azione di sabotaggio al cantiere Tav di Chiomonte.
Si legge che la Digos indaga per trovare gli autori del gesto.
Si sottolinea la presenza di un cartello le cui scritte, fanno sapere gli arguti osservatori, sono state fatte con un normografo.
Ed ecco che i No tav vengono ancora una volta descritti come pericolosi, cattivi, e inizia l’ennesima persecuzione.
Pare che la Digos stia indagando su tutti i possessori di normografi, stencil e addirittura viene visto come sovversiva anche la pratica del découpage.
Attenzione bambini della Val Susa nascondete i pastelli a cera potrebbe arrivarvi un ordine di comparizione in tribunale.
Peccato che questi giornalisti non si rechino mai in Valle, peccato che nessuno di loro racconti ogni giorno cosa accade veramente.
Una repressione continua, mirata, fatta di gesti meschini e vigliacchi.
Peccato che sulle pagine dei quotidiani settimana scorsa non sia stato pubblicato un articolo su Dana Lauriola alla quale è stato negato anche il permesso di andare a ritirare una targa donata dalla Sezione Anpi Foresto Bussoleno Chianocco.
Peccato che non si parli di Nicoletta Dosio ancora chiamata a processo per le sue idee e la sua determinazione.
Peccato che non si parli abbastanza dei lacrimogeni sparati ad altezza uomo, che hanno deturpato volti e lasciato i segni sui pacifici manifestanti.
Peccato che non siano pubblicati ogni giorno gli elenchi di tutte le violazioni compiute dalle forze dell’ordine che riescono indisturbati a dipingere raccapriccianti nature morte.
Ho conosciuto molte persone del movimento, le amo, imparo da loro ogni volta che le incontro.
Mi colpiscono i loro occhi, che non hanno rassegnazione, non hanno paura, hanno ancora la gioia di chi sa che non c’è il tempo per essere stanchi.
Questa lotta felice è un bosco umano, è linfa per una valle mutilata.
Peccato che le informazioni che passano sulle grandi testate non siano mai frutto di una conoscenza profonda non solo dei fatti ma anche delle persone.
Scrivere di qualcuno o di qualcosa dovrebbe contenere in sé il dovere di comprendere e non solo di informare?
Se io non fossi mai stata a Bussoleno, se non mi fossi seduta a tavola alla Credenza, se non avessi portato in quella valle i miei spettacoli per essere solidale non avrei mai capito nulla di questa Resistenza.
Eppure ciò che avviene in Val Susa riguarda tutte e tutti noi.
Ci riguarda perchè ha a che fare con le nostre montagne, ha a che fare con i diritti umani, ha a che fare con il nostro compito di rimanere attenti e accorti affinché la storia di donne e uomini che stanno difendendo un patrimonio dell’umanità non venga distorta, non sia spezzata.
A sarà düra! (scritta realizzata con il normografo)