Quello in corso in questi giorni in Portogallo non è solo un vertice europeo, è anche un bivio tra due diverse visioni della politica, della società, dell’economia.
Da una parte c’è la proposta di liberalizzare i brevetti dei vaccini, seppur solo in via provvisoria e per un’epidemia con tre milioni di morti,
Questa opzione porta con sè l’idea che nel mondo globalizzato non ci salva da soli, siamo tutti interconnessi; e che i profitti delle corporation private non sempre sono assoluti e intoccabili: Possono essere ridotti, moderati o perfino talvolta sospesi per pragmatismo e umanesimo.
Dall’altra parte, dalla parte di chi osteggia la liberalizzazione dei brevetti, c’è la visione opposta: la proprietà privata – compresa quella intellettuale – come un valore assoluto, dogmatico, ideologico, che in nessun caso e puo essere toccato; è l’idea che la mano invisibile del capitalismo senza regole alla fine sistemi tutto, senza che gli Stati e la politica tocchino palla.
Quest’ultima visione è quella che ha prevalso negli ultimi quarant’anni.
Joe Biden sembra aver capito che ora è tramontata, è alle spalle, è antistorica.
Non è ancora chiaro se l’abbia capito anche l’Europa.