Gli invisibili

Primo Maggio alla Henkel

La Henkel di Lomazzo diventa il simbolo della lotta delle lavoratrici e dei lavoratori lombardi.
Una battaglia contro le multinazionali, negli ultimi tempi tedesche, che decidono di ristrutturare, chiudere e abbandonare il territorio per delocalizzare la produzione in paesi dove costa meno senza che nessuno riesca a fermarle.
Questo nel momento buio e drammatico della pandemia.

Qui, in provincia di Como, circa 160 lavoratori diretti e dell’indotto rischiano di perdere il posto di lavoro perché l’azienda ha deciso di chiudere lo stabilimento entro giugno e spostare la produzione nel sito di Ferentino in provincia di Frosinone, gli ottimi risultati economici, cioè un aumento del fatturato fra il +4,5 e il 5,5%, non sono bastati.

Fermare l’esodo di queste grandi multinazionali si può in due modi: o con delle leggi che facciano pagare caro a queste aziende la chiusura dei siti produttivi o con la lotta delle lavoratrici e dei lavoratori.

Lo testimonia quanto accaduto alla Voss Fluid di Osnago fabbrica nel Lecchese, anch’essa di proprietà tedesca, dopo mesi di scioperi e trattative, grazie al ricorso ad ammortizzatori sociali, incentivi all’esodo e ricollocamenti, si è giunti ad un accordo che ha scongiurato il licenziamento di 70 dipendenti
Per continuare a lottare e far sentire la propria voce, oggi numerosi lavoratori di diversi settori in grave crisi, insieme ai rappresentanti sindacali di Cgil, Cisl e Uil, si sono radunati davanti ai cancelli della Henkel per celebrare il Primo maggio.
Nemmeno la pioggia battente è riuscita a scoraggiarli.

Dal palco allestito per l’occasione si sono alternate le testimonianze di persone che oltre a dover affrontare quotidianamente il dramma della pandemia rischiano di trovarsi anche senza lavoro.
È quello che stanno vivendo i circa 500 dipendenti della multinazionale farmaceutica Teva intenzionata a chiudere i due stabilimenti lombardi di Bulciago e Nerviano.

“E’ necessario un intervento forte del Governo nelle trattive aperte con le multinazionali. A livello nazionale Ilva e Whirlpool sono due casi emblematici in questo senso”. Dice il Segretario Generale della Cgil Lombardia Alessandro Pagano secondo il quale gli obiettivi principali restano l’occupazione, reddito e prospettive per garantire ai lavoratori una vita dignitosa.
In Italia, secondo l’Istat, sono quasi 900 mila gli occupati persi dall’inizio della pandemia fino a marzo 2021, una situazione destinata ad aggravarsi drammaticamente in caso di mancato rinnovo del blocco dei licenziamenti da parte del Governo previsto per il 30 giugno.

In questo senso l’appello dei sindacati confederali per una proroga almeno fino a fine anno per scongiurare un vero e proprio dramma sociale.

  • Filippo Robbioni

    Nato a Milano l’11 maggio 1988, giornalista pubblicista laureato in Scienze politiche con una tesi sul saggio “Breve trattato sulla decrescita serena” di Serge Latouche. Da 3 anni e mezzo a Radio Popolare per “Metro Regione”, “Snooze”, “37e2” e “Prisma”. Grande appassionato di calcio, sport e cronaca, ama ascoltare le persone e raccontare le loro storie.

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    L'economia del sud cresce di più di quella del nord. E l'autonomia differenziata, ovviamente, non c'entra niente. Pubblicato ieri l'ultimo rapporto Svimez sul Mezzogiorno. Pil Mezzogiorno: +0,9%. Pil Centro-Nord +0,7%. L’economia del sud cresce di uno “zero virgola” più del nord, ma a trainarla non sono tutte cose buone: le costruzioni (ma anche il consumo di suolo), gli investimenti del PNRR (una tantum). Ma sul sud continuano a pesare ritardi storici: i salari reali nel Mezzogiorno restano più bassi del nord; al sud si concentra il 60% dei lavoratori e delle lavoratrici poveri/e (1,4 milioni). E il governo cosa fa per superare i divari, escluso il dannosissimo progetto sull’autonomia differenziata? Ben poco, se si guarda la piattaforma dello sciopero generale di Cgil e Uil di domani. Che idea ha del lavoro il governo Meloni? Che cosa esprime la sua rivendicata attenzione prioritaria verso le imprese (“non disturbare chi vuole fare”)? Cosa significano le precettazioni sistematiche contro i lavoratori dei trasporti? E se tutto questo è vero, risulta così incompatibile con l’ordine pubblico la dichiarazione di Maurizio Landini, leader della Cgil, sulla rivolta sociale? Pubblica ha cercato di rispondere a questi interrogativi con la professoressa Giustina Orientale Caputo, sociologa del lavoro nella capitale del Mezzogiorno, all’università “Federico II” di Napoli.

    Pubblica - 28-11-2024

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    A come Atlante – Geopolitica e materie prime - 28-11-2024

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    AGNESE INNOCENTE - AUDREY, LA RAGAZZA DAGLI OCCHI DI CERBIATTO - presentato da Ira Rubini

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