«Vi avverto che vivo per l’ultima volta». È un verso di Anna Achmatova la grande poetessa russa del secolo scorso. Paolo Nori ne ha fatto il titolo dell’ultimo libro (Mondadori). Quel verso è una profezia laica di oggi. Viviamo “per l’ultima volta” in tutte le occasioni in cui non vediamo la complessità, non riflettiamo, non ci mettiamo in gioco, non ci assumiamo le responsabilità, non riconosciamo criterio-guida di scelte possibili l’amore per noi, per l’altro, per chi verrà dopo, per natura e città, per il pianeta. Vivere “per l’ultima volta” è non dar nome a cose, pulsioni, retroazioni prevedibili di qualunque gesto in rapporto a quello che siamo, ruoli che rivestiamo, a quel che possiamo fare. Reagire è chiamare la realtà per ciò che è; così gli eventi esterni a noi, tutti gli stati affettivi che accompagnano il nostro coinvolgimento cosciente e quello inconscio che spesso resta tale in quanto non lo vogliamo vedere. Per dirla con altri versi di Anna Achmatova: «Il miele selvatico sa di libertà, / la polvere, di un raggio di sole, / di viola, la bocca di una vergine, / e l’oro, di niente. / D’acqua, sa la reseda / e la mela sa d’amore / ma noi ormai sappiamo già / che il sangue solo di sangue sa». “Solo di sangue” sanno la guerra che infuria in Ucraina, i patiboli di Teheran, i naufraghi a Cutro, muri e polizie dei Balcani, campi di detenzione libici e muova via di Tunisi, i profughi in coda a Milano per avere asilo, curdi e i siriani tra Erdogan e Assad, le donne negate dai talebani, gli attacchi alla verità storica di via Rasella e Fosse Ardeatine di La Russa e Meloni, il Paese che smonta il SSN. Ci sono anche le altre cose citate dalla Achmatova: miele, sole, bocca d’una vergine, acqua, mela. Perché non siano anch’esse “per l’ultima volta” e s’immagini un cambio di mentalità penso emblema della Pasqua 2023 la giacca del ragazzino naufrago al cui interno Cristina Cattaneo ha scoperto cucita la pagella coi voti e le materie scritte in francese e arabo. L’egoismo di noi europei ha crocifisso i sogni di quell’adolescente, di quelli come lui, d’un’Europa umana. L’etica del cambiamento fa sognare che lui sia annegato “per l’ultima volta” e che l’Europa si rinnovi. È Pasqua, no?
Per l’ultima volta
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Marco Garzonio
Giornalista e psicoanalista, ha seguito Martini per il Corriere della Sera, di cui è editorialista, lavoro culminato ne Il profeta (2012) e in Vedete, sono uno di voi (2017), film sul Cardinale di cui firma con Olmi soggetto e sceneggiatura. Ha scritto Le donne, Gesù, il cambiamento. Contributo della psicoanalisi alla lettura dei vangeli (2005). In Beato è chi non si arrende (2020) ha reso poeticamente la capacità dell’uomo di rialzarsi dopo ogni caduta. Ultimo libro: La città che sale. Past president del CIPA, presiede la Fondazione culturale Ambrosianeum.