molto soffrí nel glorioso acquisto;
e in van l’Inferno vi s’oppose, e in vano
s’armò d’Asia e di Libia il popol misto”
avrebbe detto il Tasso. Ma non solo la Libia: tante altre conquiste e battaglie furono sue (perchè egli, indomito, per primo intuì che se il potere era a Roma, bisognava trasfonderlo anche altrove). E sempre con questa infamante accusa: quella d’essere un tiranno.
Queste sono le ingiustizie della Storia!
Ma se ne possono azzardare i motivi, e forse ritrovarvi dei brandelli di ragione.
Primo: non gli fu perdonato d’aver cambiato idea sulla religione, all’inizio ferocemente combattuta, e poi dopo, grande alleata. Sì, perchè il nostro l’aveva capito (fu furbizia o grande esercizio di pragmaticità?) che dalle nostre parti, senza allearsi con con Cristo, non si governa. E la Chiesa, riconoscente, lo esaltò.
Secondo: l’aver fatto ammazzare dei suoi parenti. Per mere convenienze di potere politico, fu il responsabile della morte di persone a lui legate da vincoli di sangue! (eh sì, questo aspetto è poco conosciuto…)
Terzo: gli alleati. Ahi, sì, qui il duce sbagliò: è qui l’inizio di tutti i suoi mali. Mai, mai avrebbe dovuto allearsi con il terribile e infame straniero, con Licinio!
E tuttavia, quest’oggi celebriamo il suo gesto d’imperio: il 28 ottobre 312 l’imperatore romano Costantino I sconfisse, nella celebre battaglia di Ponte Milvio a Roma, il rivale Massenzio: morto il quale, sarebbe diventato lui il padrone incontrastato di tutta l’Italia.
Celebre l’aneddoto (che poi portò all’Editto di Milano del 313) secondo cui Costantino avrebbe visto in cielo, come segno beneaugurante prima della battaglia, una croce accanto cui trionfava la scritta
“IN HOC SIGNO VINCES!”