L'Ambrosiano

Natale di guerra: notte silenziosa, sacra, buia; Diogene e il Dio nascosto

“Stille Nacht, heilige Nacht”, notte silente, notte sacra. Non so cosa di silenzioso offrirà questo Natale di guerra, se Putin non smette di bombardare case e centrali elettriche. Tanto meno vedo qualcosa di sacro se l’ultima tortura del regime iraniano è costringere i detenuti a violentare i compagni di cella e di lotta per la libertà. La tragedia oggi è che vacilla la fede nell’uomo, non più solo in Dio. Il Natale dell’anno scorso prometteva d’essere l’ultimo buio dopo il Covid. Adesso non c’è più la scusa che qualcosa di esterno mina vita, pace, affetti, lavoro: il virus è psichico; roba nostra, fatta in casa. È la violenza dell’uomo sull’uomo. Se la notte fosse silente e sacra, non nera e tenebrosa, coscienza lucida mostrerebbe il piano inclinato d’una deriva suicidale collettiva. Ci possiamo far fuori col clamore delle guerre, ma anche con la stupidità (do Livorno come porto a una nave Ong così nei giorni in cui risale il Tirreno nel Mediterraneo non salva vite; ma arrivano tanti barchini); o nuotando in un trolley di dobloni alla maniera di Paperon dei Paperoni (sindacalisti ed esponenti di sinistra magici: in un sol colpo dissipano tutto il patrimonio riformista, fan fare d’ogni erba un fascio ad anti Europa e Ong gongolanti, mettono una pietra tombale su una sinistra di idee e governo); o ancora attualizzando il panem et circensens del pallone (la finale più bella di tutti i mondiali in un Paese che apre e chiude i rubinetti del gas senza lanciare un missile, ma giocando con la vita di lavoratori, Federazioni, Paesi, tv, benefit). Notte silente, notte sacra: è notte di ricerca; né tiranni né imbecilli sono ancora riusciti a rubarci l’istinto di Diogene con lanterna d’ordinanza. Anzi, più attaccano l’intelligenza (i talebani han reso ufficiale il divieto alle donne d’andare all’università) più seminano germi di resistenza. Questo è il segreto di Natale, ricchezza di cui non dispongono Putin, Emiri, lobbies, multinazionali. Per David M. Turoldo, poeta, Natale è l’annuncio del «Dio nascosto in carne mortale». C’è una notte (un tempo) per rivelarlo e festeggiarlo e c’è una notte (un tempo) per custodirlo in silenzio: è sacro; si paleserà al momento giusto, sosterrà il nostro riscatto. A sorpresa. Auguri!

  • Marco Garzonio

    Giornalista e psicoanalista, ha seguito Martini per il Corriere della Sera, di cui è editorialista, lavoro culminato ne Il profeta (2012) e in Vedete, sono uno di voi (2017), film sul Cardinale di cui firma con Olmi soggetto e sceneggiatura. Ha scritto Le donne, Gesù, il cambiamento. Contributo della psicoanalisi alla lettura dei vangeli (2005). In Beato è chi non si arrende (2020) ha reso poeticamente la capacità dell’uomo di rialzarsi dopo ogni caduta. Ultimo libro: La città che sale. Past president del CIPA, presiede la Fondazione culturale Ambrosianeum.

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    1) Il gabinetto di sicurezza israeliano approva l’accordo per il cessate il fuoco a Gaza. Fino a domenica, però, le bombe continueranno a cadere. Più di 100 persone sono state uccise nella striscia dall’annuncio dell’accordo. (Anna Momigliano - Haaretz, Francesco Sacchi - Emergency, Anna Meli - Cospe) 2) Fentanyl, Taiwan e Tik Tok. Donald Trump e Xi Jinping parlano al telefono per la prima volta dal 2021. “Risolveremo tutti i problemi insieme” dice Trump, mentre la corte suprema statunitense conferma il bando di TikTok. (Gabriele Battaglia) 3) La Geopolitica dell’AI. Washington cerca di mantenere il suo vantaggio nella battagli per l’intelligenza artificiale. (Marco Schiaffino) 4) La legge di depenalizzazione dell’aborto in Francia compie 50 anni. Il discorso di Simon Veil, pronunciato davanti ad un’Assemblea tutta maschile, fece la storia. 5) Mondialità. La sconfitta della diplomazia e la geopolitica nel frullatore. (Alfredo Somoza)

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    Sessantotto lavoratori e lavoratrici della ristorazione licenziati. Grandi Stazioni Retail ha deciso di non rinnovare il contratto d’affitto con Sarf, la società che da anni gestisce alcuni esercizi commerciali negli spazi della stazione Centrale di Milano. Da qui l’annuncio dei licenziamenti. I sindacati hanno indetto la prima di una serie di giornate di sciopero e oggi hanno fatto un presidio in piazza Duca d’Aosta, vicino all’ingresso della stazione. Abbiamo intervistato Valeria Cardamuro, segretaria della Uiltucs Lombardia.

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    Un percorso attraverso la stratificazione sociale italiana, un viaggio nell’ascensore sociale del Belpaese, spesso rotto da anni e in attesa di manutenzione, che parte dal sottoscala con l’ambizione di arrivare al roof top con l’obiettivo dichiarato di trovare scorciatoie per entrare nelle stanze del lusso più sfrenato e dell’abbienza. Ma anche uno spazio per arricchirsi culturalmente e sfondare le porte dei salotti buoni, per sdraiarci sui loro divani e mettere i piedi sul tavolo. A cura di Alessandro Diegoli e Disma Pestalozza

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