Non ho parole per il bambino che a Gaza piange imbiancato di polvere: bombe di Israele han ucciso genitori e fratelli. Ho parole di lacrime per la disperazione delle donne ebree violentate dai boia di Hamas. Smarrito nella felix Europa son vicino al popolo palestinese, respingo al mittente la tagliola: simpatizzi per i terroristi. Al pari riaffermo l’imprescindibile realtà di Israele ma biasimo anni di Netanyahu e scorrerie in Cisgiordania di coloni col placet dell’esercito: giudizi politici laici son sostegno per Israele non antisemitismo. Macché equidistanza, pari-e-patta; si riconosce che il dolore dell’altro ferisce l’umano chiunque sia vittima. Nato con la Guerra Mondiale mi struggo: dove abbiamo sbagliato, perché il male assoluto, perché ancora guerre. Male generato dal male che genera solo male la guerra è il maligno che avvolge vita, psiche, governi, gente comune in una nube di non conoscenza. Il buio crea sospetti, paure, odi. Dopo Kiev sento le sofferenze di Gerusalemme che c’inabissano in gironi infernali. Provo ad affrancarmi da polarizzazioni, simmetrie acque di coltura del maligno, a immedesimarmi: la mia è l’unica iniziativa di cui dispongo; dir che la prima mossa tocca all’altro è non voler fare nulla. Cerco in me il palestinese di Ramallah che sogna terra, libertà, lavoro, dignità, figli, pace e devo far i conti anche con l’oppositore radicale; l’integralista convinto che si tratti d’eliminare l’israeliano occupante suscita ovvie reazioni. Mi urge di ritrovare in me cristiano il Fratello Maggiore ebreo, cantare con lui la Parola luce sui passi comuni, liberi dalla schiavitù del faraone (Io, potere, ritorsioni) ma s’insinua il religioso fanatico che mena fendenti, caccia l’arabo, innalza tensioni, muri. È l’Apocalissi a Gaza come dice l’Onu? Maligno, “di cattiva ascendenza”, viene da male e gnus, da gignere, “generare” e ha il suo opposto: benigno, che genera il bene. La speranza è un’emozione politica: fa agire; osarla obbliga Stati, governi, finanza, fabbricanti d’armi a ripensarsi. Sì, al pezzo maligno del potere ognuno può rispondere: inizio io, da me, a generare il bene: con intelligenza del cuore, perseveranza, fiducia. Il piccolo seme fa crescere un bosco.
Maligno
-
Marco Garzonio
Giornalista e psicoanalista, ha seguito Martini per il Corriere della Sera, di cui è editorialista, lavoro culminato ne Il profeta (2012) e in Vedete, sono uno di voi (2017), film sul Cardinale di cui firma con Olmi soggetto e sceneggiatura. Ha scritto Le donne, Gesù, il cambiamento. Contributo della psicoanalisi alla lettura dei vangeli (2005). In Beato è chi non si arrende (2020) ha reso poeticamente la capacità dell’uomo di rialzarsi dopo ogni caduta. Ultimo libro: La città che sale. Past president del CIPA, presiede la Fondazione culturale Ambrosianeum.