È difficile scrivere con decine di miglia di vittime sul cuore. La natura ha ucciso nel sonno donne, bambini, giovani, anziani. In Ucraina la mente umana è causa del male. La sincronicità dovrebbe generare resipiscenze. Invece non sono scossi da autocritiche quelli cui toccherebbe interrogarsi, fermare distruzioni, dire: fermiamoci! Pietà l’è morta. La guerra continua feroce mentre terremotati e soccorritori scavan tra immani macerie; a Kiev scuole, case, ospedali son bombardati, intanto partono per Turchia e Siria ospedali da campo, tende, generi di prima necessità. È difficile scrivere di follia bellica, paradossi, macerie dell’anima. Il Cremlino ha mezzi per missili su Kiev e aiuti a Erdogan (che gli ha sbloccato le navi col grano) e Bashar al-Assad che coi generali russi ha distrutto la Siria e forte dell’alleato impedisce ai soccorsi d’arrivare in zone ribelli. Destino simile per i Curdi, di là. Il sisma sterminerà popolazioni che né armi né mercenari han domato. La geopolitica non guarda in faccia all’umanità che muore. L’Occidente risponde ad Ankara (meno ad Aleppo, causa sanzioni) e intanto intensifica il rifornimento d’armi a Zelensky: difende l’Ucraina e l’Europa. Ma Bruxelles non è pervasa da un fremito: davanti alle dimensioni esponenziali delle concomitanti tragedie non prende l’iniziativa di dire a Putin: fermati e da stasera mandiamo a Kiev generatori e aiuti, non più cannoni. Cosa deve succedere perché cambino testa e cuore? È difficile scrivere di macerie stavolta istituzionali, in cui rischia di finire il nostro Paese: presidenzialismo; autonomia differenziata; esponenti di Governo che agiscono come nella Festa de Noantri; Presidente del Senato che tiene il busto del Duce; rimozione di quel che fu promesso per la Sanità Pubblica dopo il Covid; scuola ignorata; povertà viste come colpa di chi le soffre; motovedette alla Libia e navi Ong spedite al Nord. Sotto le macerie del sisma han trovato un bimbo vivo col cordone ombelicale e la madre morta. È difficile scrivere che da macerie si generi un’esistenza nuova, ma per restare umani bisogna crederci e affidarsi a quell’orfano di madre, promessa di vita per il mondo e per noi: speranza nel resistere a ‘sta destra.
Macerie
-
Marco Garzonio
Giornalista e psicoanalista, ha seguito Martini per il Corriere della Sera, di cui è editorialista, lavoro culminato ne Il profeta (2012) e in Vedete, sono uno di voi (2017), film sul Cardinale di cui firma con Olmi soggetto e sceneggiatura. Ha scritto Le donne, Gesù, il cambiamento. Contributo della psicoanalisi alla lettura dei vangeli (2005). In Beato è chi non si arrende (2020) ha reso poeticamente la capacità dell’uomo di rialzarsi dopo ogni caduta. Ultimo libro: La città che sale. Past president del CIPA, presiede la Fondazione culturale Ambrosianeum.