«Non piangere quando il sole tramonta / le lacrime ti impedirebbero di vedere le stelle»: con Tagore la nipote ha salutato il nonno centenario ai funerali; era il poeta amato. Lui si chiamava Giorgio Bagliani, un milanese che dall’8 settembre ’43 ha lavorato dalla parte del bene: aiutare ricercati, ebrei, partigiani; poi la professione di ingegnere e l’impegno tra i cattolici laici per gli ultimi; insieme la cultura e il dialogo fondando presso la chiesa di Santa Maria del Rosario con Walter Tobagi un Centro tuttora attivo, intestato all’inviato del Corriere dopo l’assassinio da parte dei terroristi. Di lì Martini pose le basi del cammino che avrebbe portato alla fine della lotta armata. La storia collettiva è fatta delle nostre storie, che sono semi e questi, si sa, cadono su terreni aridi o son portati via dal vento, ma possono anche venire accolti da zolle fertili, germinare, dare frutti. Vien da piangere in questa Pasqua di guerra, ma non è bene, non solo per tributo al poeta: le lacrime, ammesso che se ne disponga ancora, finiscono in sfoghi. Eppure il sole tramonta su bambini e volontari di Gaza; su Israele prigioniero di Netanyahu; su Kiev e sulla Russia ammaliata dallo zar già Kgb; su Ilaria Salis esibita da Budapest come bestia da circo in catene e un’Italia e un’Europa anch’esse al guinzaglio di Orban, dei tatticismi, dello zero-virgola in più alle elezioni; su un Paese in cui i post repubblichini ammettono d’essere quel che sono con il premierato. Viene da piangere, ma non è bene se vogliamo veder le stelle che brillano e continuare a seguirle. In Italia abbiamo: Mattarella, garante e araldo della Costituzione antifascista, fumo negli occhi per Meloni & C.; gli scienziati che alzano la voce in difesa della Sanità Pubblica; i giovani che tornano in piazza; i giornalisti che danno segnali di voglia di libertà e democrazia scioperando contro la cessione dell’agenzia Agi dall’Eni (Piano Mattei) a un parlamentare di centrodestra; Cgil e Uil, persa per strada la Cisl stregata da Palazzo Chigi, han ritrovato: sicurezza sul lavoro, salari minimi, contratti; le donne che ricordano i poeti e sono anima e spina dorsale della democrazia, anche quando non appaiono.
Lacrime, stelle, semi
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Marco Garzonio
Giornalista e psicoanalista, ha seguito Martini per il Corriere della Sera, di cui è editorialista, lavoro culminato ne Il profeta (2012) e in Vedete, sono uno di voi (2017), film sul Cardinale di cui firma con Olmi soggetto e sceneggiatura. Ha scritto Le donne, Gesù, il cambiamento. Contributo della psicoanalisi alla lettura dei vangeli (2005). In Beato è chi non si arrende (2020) ha reso poeticamente la capacità dell’uomo di rialzarsi dopo ogni caduta. Ultimo libro: La città che sale. Past president del CIPA, presiede la Fondazione culturale Ambrosianeum.