L'Ambrosiano

Lacrime: se non ora, quando?

Francesco all’Immacolata ha pianto: «Avrei voluto oggi portarti il ringraziamento del popolo ucraino». Le lacrime han detto il «grande dolore»: la guerra è «sconfitta per l’umanità». Non han svegliato le coscienze neanche i paragoni storici del Papa: Putin e l’holodomor di Stalin e la Shoah di Hitler; su questa evocazione han taciuto anche in Israele. Corsi e ricorsi: Bielorussia, Ucraina, Russia, Polonia son teatro del romanzo “Se non ora, quando” di Primo Levi. Gli Ebrei non son stati pecore pronte al macello: han fatto la Resistenza, anch’essi Europa che si ribellò al nazifascismo e che poi per 80 anni ha vissuto di rendita di allora. Il titolo di Levi, tratto dalle massime degli antichi Padri, è preceduto da: «Se io non sono per me, chi è per me? E se io sono solo per me stesso, cosa sono?». Appunto, cosa siamo se l’uscio di casa è l’orizzonte? Governi, politologi, talk show giustificano le impotenze verso Putin con dimensioni internazionali dello scontro, minaccia atomica, interessi delle multinazionali; ma con Teheran, che impicca un giovane al giorno dopo processi-farsa, semina morti a centinaia in strada, spara a volto e genitali delle donne? Se non ora, quando richiamare gli ambasciatori “per consultazioni”? Segnalare a Ali Khamenei che deve finirla? Da Bruxelles annunciano muove sanzioni contro il regime iraniano. E donne, giovani, popolo? Anche Kabul venne bollata di Medio Evo dopo il ritiro Usa; i media per un po’ parlarono di donne afghane segregate: ed ora? Corsi, ricorsi, lacrime di futuro. La tragicità del pianto del Papa è che 2000 anni fa pianse così colui dal quale Francesco trae fede e autorità. Dinanzi a Gerusalemme Gesù proruppe: «Se avessi compreso anche tu la via della pace. Ma ormai è stata nascosta ai tuoi occhi». Senza pace della Città Santa non sarebbe rimasta “pietra su pietra”. E quando salì al Golgota, alle donne che versavan lacrime sulla sua sorte disse: «Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me ma su voi stesse e sui vostri figli. Verranno giorni in cui si dirà: Beate le sterili e i grembi che non hanno generato e le mammelle che non hanno allattato». Se non ora quando il Papa sarà ascoltato? E non lasciato solo?

  • Marco Garzonio

    Giornalista e psicoanalista, ha seguito Martini per il Corriere della Sera, di cui è editorialista, lavoro culminato ne Il profeta (2012) e in Vedete, sono uno di voi (2017), film sul Cardinale di cui firma con Olmi soggetto e sceneggiatura. Ha scritto Le donne, Gesù, il cambiamento. Contributo della psicoanalisi alla lettura dei vangeli (2005). In Beato è chi non si arrende (2020) ha reso poeticamente la capacità dell’uomo di rialzarsi dopo ogni caduta. Ultimo libro: La città che sale. Past president del CIPA, presiede la Fondazione culturale Ambrosianeum.

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    Ho detto R1PUD1A di Claudio Jampaglia e Giuseppe Mazza per EMERGENCY “Ho detto R1PUD1A” è un podcast sul riarmo e la propaganda di guerra in Europa di Giuseppe Mazza e Claudio Jampaglia, realizzato negli studi di Radio Popolare per EMERGENCY. Nei 5 episodi vi racconteremo le ragioni della campagna R1PUD1A di EMERGENCY www.ripudia.it attraverso un’analisi dei meccanismi per cui in questi anni siamo arrivati al “non c’è alternativa” al riarmo, dei protagonisti, delle campagne e dei linguaggi, con molti ricorsi storici, qualche sguardo alle alternative e con la partecipazione di alcuni dei protagonisti dell’associazione che da 30 anni cerca di curare e prevenire le ferite provocate dai conflitti armati. Primo episodio: Le parole sono importanti. In questa prima puntata di “Ho detto R1PUD1A” Giuseppe Mazza e Claudio Jampaglia spiegano cosa significa la parola “ripudia” nella Costituzione italiana e perché è stata scelta per rappresentare il “mai più” alla guerra del popolo italiano dopo la Liberazione. Non siamo i soli ad avere fissato questo principio nelle nostre leggi. La guerra però sta tornando una prospettiva concreta, almeno secondo la maggior parte dei governi, che si riarmano, Italia compresa. Con Rossella Miccio, presidente di EMERGENCY, vi racconteremo poi l’esempio del Sudan, il Paese dove la guerra ha già causato in questi due anni oltre tre milioni di profughi. Partecipa alla campagna R1PUD1A su www.ripudia.it

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