Gianetti Ruote dice poco al pubblico. Eppure i pacchi di Amazon, Atm e linee dei pendolari son resi possibili da tir, camion, bus che a Ceriano Laghetto alla ditta Gianetti trovano ruote in acciaio. Con l’economia in “ripresa e resilienza” anche i cerchioni avrebbero dovuto tornare a correre; di parere diverso la proprietà. Sabato a impianti chiusi ha spedito una mail ai 152 dipendenti: «Tutti a casa».
Dopo l’8 settembre (il Paese ha già avuto una “rotta”) cominciò la Resistenza. Allora c’erano idee, voglia di riscatto, un nemico identificato. I padroni oggi non han volto; non le fattezze di Giulio Gianetti che nel 1880 fondò l’azienda, né di un erede. Come in altre ditte di Lombardia, Italia, Europa delle persone decidono, ma sembran fantasmi, non han lineamenti, emozioni, relazioni con altre persone dotate di testa, cuore, legami. Si chiamano Fondo: realtà fattuale, ma interlocutore virtuale.
Nella globalizzazione il dio Mercato ha una casta sacerdotale che schermata venera i suoi idoli, principe ne è il Profitto, celebra i riti festosi della moltiplicazione dei guadagni, predica la dottrina liberista, sposta con un clic capitali puliti, alleva esorcisti per rendere altri presentabili, via web serra impianti che aiuti pubblici lo hanno pregato di salvare e li sposta ove altri enti pubblici offrono altri incentivi. Lo spezzatino istituzionale di Europa, nazioni (un’Italia priva di politica industriale), enti locali (amministratori in cerca di consensi) è brodo di coltura del dio Mercato, gli fa attirar risparmi privati o d’istituti finanziari non sempre curiosi delle origini di ricchi utili.
Coi suoi culti propiziatori il dio Mercato non ha però previsto il Covid. Nelle tante Ceriano Laghetto ripropone i riti del “tutti a casa”, cui rischian di rispondere scontate politiche europee, nazionali, locali. Ma la pandemia ha svegliato coscienze. Qualcuno forse già ricerca vaccini anti-idoli. La speranza che ci si possa immunizzare dal profitto la tengono viva consapevolezza e responsabilità d’ognuno: diventano etica pubblica, sogno condiviso. Questo può costringere la politica al dovere d’esser servizio agli altri, svelare gli altarini degli idoli, vedere e correggere le ingiustizie, programmare, governare. Utopia? Che sia!