I critici discutono su a chi Franco Battiato abbia dedicato La cura. Sono divisi tra passioni private e ricerca spirituale. Lui stesso ha evitato precise indicazioni. Io, per la sua e la nostra storia, aggiungo l’orizzonte socio etico politico.
Nel testo ci son tutti i sintomi da curare: “ipocondrie”; “ingiustizie”; “inganni”; “fallimenti”; “dolori”; “sbalzi d’umore”; “manie”, “ossessioni”.Battiato non pratica il lamento (che è fuga dalle responsabilità); canta i rimedi ai mali: “proteggere”; “sogni”; “silenzio”; “pazienza”; “essenza”. E le condizioni per la cura: l’altro considerato «un essere speciale»; l’impegno personale: «Io avrò cura di te». Io, noi, la città che cura; l’Io che si fa Noi; il Noi che accoglie e riconosce uguale dignità agli innumerevoli Io, rende l’insieme un mix vitale di storia condivisa e realizzazioni individuali.
Don Milani scrisse I care nella Scuola a Barbiana. Mi preme, me ne faccio carico: mi gioco io, non indugio su a chi tocchi la prima mossa, non aspetto gli Stati Generali dei bisogni, documenti taglia-e-incolla, annunci in tv cui non segue chi ne chieda conto.Ursula von der Leyen ha rilanciato il motto di don Milani perché l’Europa cambi passo dopo gli errori sui vaccini e attui “Next Generation Eu” (nome che al piano dà futuro più che i tecnicisti Ripresa e Resilienza).
Salto di qualità. Altra cosa rispetto alla Lombardia che dopo i disastri nel gestire la pandemia cerca di rifarsi una verginità e da maglia nera diventare la Regione più virtuosa: una fiaba! (E nessuno paga, né si scusa). O al Comune dove c’è chi fa maquillage politico (il fondotinta verde è più cool del tricolore sdrucito con rametto d’Ulivo? E le idee?) o chi cerca un “amministratore di condominio”.
È utopia il cittadino «essere speciale»? Un dovere direi. Battiato: «Peccato che io non sappia volare / Ma le oscure cadute nel buio mi hanno insegnato a risalire». Chi non pensa in grande non si tira su. Non son morti i sogni, ma ripropone Anime Morte chi li dovrebbe avere e invece s’appiattisce. Senza sogni non c’è politica. Come uscirne? Prima d’alzare Bandiera Bianca facciamo qualcosa per la città, superiamo apatie e convenienze «delle correnti gravitazionali». Su, rialziamoci: in piedi!