Nulla è cambiato in un anno: tra i morti di Covid la percentuale di anziani sfiora il 90 per cento del totale. La differenza sta nelle condizioni in cui l’ecatombe è gestita e narrata. Allora eravamo impreparati e sulla decimazione di una generazione si poteva piangere per i decessi in completa solitudine e i funerali nemmeno celebrati.
Oggi, le Autorità celebrano la ricorrenza dei camion militari carichi di salme portate in altre regioni; intanto molti di quei pubblici poteri non somministrano vaccini agli ultraottantenni e, se lo fanno, usano il contagocce e si servono di sistemi informatici scandalosi per inefficienza e umilianti per i cittadini. Immunizzano altre categorie ai cui richiami sono molto sensibili. Draghi ha denunciato la loro sudditanza a interessi altri rispetto a una corretta tutela della salute delle categorie più deboli, li ha accusati di agire «in base a qualche forza contrattuale». Loro non si danno per intesi. L’han detto: «Gli anziani non indispensabili allo sforzo produttivo del Paese» (Toti, Liguria); «Gli anziani possono attendere» e «Vaccini in base al Pil» (Moratti, Lombardia).
In un anno il Paese ha cambiato pelle? O il virus ha portato alla luce una parte di tenebre già presente in noi? C’è una visione generale secondo cui merita di vivere chi serve: gli altri si arrangino. È la cultura dello scarto denunciata dal Papa. Quanto agli anziani, le Rsa, di cui nella pandemia abbiamo visto i disagi, son segnali d’una mentalità che ghettizza e, appunto, scarta.
Insomma Paese e politica che non riescono ad affrontare il “fine vita” in Parlamento, di fatto legittimano una sorta d’eutanasia “controllata” degli anziani. Con prevedibili risvolti “produttivi”: è stato calcolato che nel decennio l’INPS risparmierà una dozzina di miliardi grazie ai morti Covid. Del resto il Ministero della Salute ha messo le mani avanti. Nel Piano Pandemico 2021-23 ha previsto che se le risorse saranno scarse i «trattamenti necessari [andranno forniti] preferenzialmente a quei pazienti che hanno maggiori possibilità di trarne beneficio». Dicono che «Non è consentito agire violando gli standard dell’etica e della deontologia, ma può essere necessario». Amen.