Dopo due giorni dalla terribile sentenza contro Mimmo Lucano arriva un’altra sentenza che mi lascia senza parole, senza forze.
Il tribunale di Torino ha accolto la richiesta di estradizione avanzata dalla Francia per Emilio Scalzo.
Forse non tutti conoscono Emilio e chi proverà adesso a digitare sulla tastiera il suo nome la prima cosa che apparirà sono gli articoli dei quotidiani che lo definiscono “Militante No-Tav”.
Emilio è molto di più, è un irriducibile esempio di vita, non si è mai sottratto alla lotta contro coloro che stanno violentando una Valle e non si è mai sottratto alla solidarietà umana e necessaria che chi abita nelle zone di confine è chiamato ad avere.
Emilio aveva preso parte ad una manifestazione No Border ed è stato aggredito da un gendarme francese.
Emilio si è difeso.
Ecco per cosa viene incriminato.
Ho conosciuto Emilio anni fa, l’avevo sentito parlare durante una nostra iniziativa di Saltimbanchi senza Frontiere.
Ci siamo fermati a chiacchierare con lui.
Siamo diventati amici.
Un giorno gli ho confidato che avrei voluto avere un padre come lui.
Perchè la sua lotta è la battaglia che fanno i padri giusti per difendere i propri figli.
In tutti questi anni ha aiutato i migranti che rischiano la vita sui valichi con l’amorevolezza di un uomo che sa combattere e proteggere.
Gli ha portato cibo e indumenti.
Li ha accolti con un abbraccio.
Emilio sa che a quelle temperature non bastano coperte.
C’è bisogno di calore umano.
Le mani con cui si è difeso dall’aggressione del gendarme, sono le stesse con cui ha sollevato i bambini dalla neve, sono quelle con cui si è tolto le scarpe per darle ad un uomo che diversamente non avrebbe più potuto procedere.
Senza pudore di rimanere Scalzo come il suo cognome.
Quando Emilio racconta di cosa avviene in valle quotidianamente ad opera delle forze dell’ordine, dalle perquisizioni ai campanelli suonati in piena notte che tolgono il sonno e fanno impazzire, non lascia spazio al livore.
La sua è un’operosa denuncia contro chi viola ogni giorno la dignità umana.
Le sue parole indignate arrivano dritte e trasmettono palpiti di gioia all’anima.
Come un padre che con una carezza ti sveglia dal sonno e ti dice “E’ ora di alzarsi”.