Mario Draghi non percepisce alcuno stipendio da presidente del Consiglio.
Siamo sicuri che sia una buona cosa?
I problemi finanziari del paese non si risolvono certo facendo risparmiare all’erario la cifra spettante all’inquilino di Palazzo Chigi.
Ma non è questo il punto.
La questione del compenso di Draghi rievoca uno degli argomenti cardine dell’antipolitica: quello secondo cui chi rappresenta la collettività dovrebbe lavorare gratis, o comunque essere pagato poco, in nome dello slogan “la politica è servizio e non privilegio”.
E invece i politici devono essere pagati e devono essere pagati bene. Altrimenti diventa una questione di censo che solo i ricchi si possono permettere. Era così in un passato in cui non esisteva nemmeno il suffragio universale e i politici rappresentavano solo le classi sociali dominanti.
Pagare i politici significa garantire a chiunque l’accesso alle cariche elettive e ai posti di governo, non solo a chi se lo può permettere. Garantire loro uno stipendio adeguato significa favorire l’indipendenza di azione e di giudizio (poi discutiamo pure di cosa significhi “stipendio adeguato” ma senza buttare a mare il principio).
Draghi non ha certo il problema dell’indipendenza economica e di giudizio. Il suo esempio però, data la carica che ricopre, è importante. Spero ci ripensi e si faccia pagare il giusto