Inizia qui un altro viaggio. Due cose. Prima, ringrazio gli amici di RadioPop che me lo hanno chiesto. Seconda, usiamo questa “Puntata 0” per spiegare di cosa parleremo.
– Taurino, taglia corto, di cosa vuoi parlare?
Di uno che farebbe il docente precario la mattina e l’attore instabile la sera, quindi del mix di “faccio il cretino pagato poco/scuola” + “faccio il cretino pagato nulla/teatro” e della sterminata terra di mezzo tra questi due mondi, in cui pochi s’avventurano.
Quindi scuola, teatro, teatro a scuola, scuole di teatro, spettacoli che hanno fatto scuola, laboratori di teatro in classe, alunni che non dovrebbero recitare e insegnamento che è di fatto teatro.
D’altra parte, il blog prende il nome da un mio spettacolo: “LA SCUOLA NON SERVE A NULLA”. Quindi: “scuola” perché lo dice la prima parte del titolo, “LA SCUOLA…”; e teatro per la seconda, cioè “NON SERVE A NULLA”, come ci ricorda il neo-governo che, al teatro, non ha dedicato nemmeno un rigo
A proposito di governo, scuola e teatro, mi preoccupano tre cose: la continuità di Franceschini come Ministro della Cultura; la mancata discontinuità delle politiche scolastiche del neo Ministro dell’Istruzione, Bianchi, con il rilancio del piano ‘Bianchi a rotelle’; e il fatto che entrambi vengano da Ferrara. Già, Ferrara la città del festival ‘BUSKERS’, il teatro di strada, quello che se ti piace alla fine metti i soldi in un cappello. Ovvero, ecco perché Franceschini non li riapre, i teatri: lui li ha visti sempre e solo lì, per lui è normale che un attore viva su un marciapiede. E anche Bianchi potrebbe pensare di remunerare i professori a cappello, invece che a busta paga.
Polemico? Be’ sì, se non mi lasciano fare le due cose che amo di più, insegnare e stare in mezzo a un pubblico. E, per certi versi, capisco le scuole, che quelli già si passano i pidocchi a una velocità che Einstein considera impossibile, figurati il Covid che muta più di Mastella. Ma i teatri? Che vi hanno fatto i teatri, o almeno i lavoratori dello spettacolo, per non programmare come prioritaria anche per loro la vaccinazione?
Ora, se scuole e teatri sono il pascolo di ministri estensi, provo a dirlo nelle rime che amano: un’ottava scritta un anno fa, quando l’Azzolina scrisse “Da settembre, si torna a scuola con le rime buccali di 1 metro”. E cos’è? La “distanza” (“rima”) tra due “bocche (“buccale”). Insomma, la ripresa della scuola dipendeva, secondo l’ex ministra, dalla certezza che nessuno limonasse durante le lezioni. E a quelle “Rime buccali”, dedicai questi versi arisosteschi:
Arduo trovar, tra i vari assembramenti,
Ciò che possa far rima con “buccali”:
Abbiam soltanto, pe’ i nostri studenti,
Speranza che non sia con “ospedali”.
Ma non potea Conte dire a’ scriventi
D’usare “bocca”, o termini più usuali?
Chiudo perciò quest’ottava piccina:
Arduo star presso bucca d’Azzolina.
Orbene, di questo parleremo in codesto blog: di scuola e teatro.
E di come – per dirla alla Murphy – se una cosa può andare male, lo farà.