Bello per la democrazia vedere la prima volta di due donne alla Camera fronteggiarsi da leader: s’è restituita al Parlamento la centralità che la politica da tempo gli nega. Prematuro però parlare di rivoluzione culturale. Anzi: v’è da vigilare. Il potere al momento sta saldo in mani maschili: del femminile si serve e viceversa. Chi comanda trova utile dichiararsi accerchiato; scarica su altri la responsabilità di scelte: difesa e conservazione. La destra sa usare questa “sindrome da cospirazione”: disposizione regressiva, arcaica, con risvolti di tipo tribale, retta da rapporti funzionali tra certi tipi di maschile e femminile; il primo fa il duro, aggressivo, irridente (esempio: attacchi al Pd per le visite in carcere); il femminile garantisce copertura. La “sindrome” si nutre al seno d’un certo materno primordiale. È la mamma che protegge il suo bambino da compagni, insegnanti che non lo capiscono, che aizza il padre (“fallo di mamma”) a difendere i figli contro professori o allenatori, che non vede (o copre) soprusi verso compagne. Crisi e trasformazioni danno a tale “sindrome” peso generale: sovranismi, mire identitarie, autoritarismi. Lo schema di governo diviene: far passare il mantra che l’altro è un nemico, minaccia, vuole invadere, soppiantare. Esempio: la tragedia di Cutro. Invece di interrogarsi sui perché globali e carenze proprie, ecco la Wagner che prepara l’invasione dalla Libia. Ieri erano: Ong taxi del mare; Europa sorda e da osteggiare per certe direttive, ma che dia fondi! La “sindrome” è diffusa e pericolosa (mire imperiali di Putin per aggredire). Altera la visione della realtà. Esempio: prima si chiude col reddito di cittadinanza, che sarebbe fonte di guai per le finanze pubbliche, poi si fan riforme tipo Robin Hood alla rovescia. A Cutro niente gesti di pietà per le vittime: c’è da inseguire gli scafisti per l’orbe terracqueo; poi si portano i parenti a Roma: ringraziano in tv Palazzo Chigi. In Iran le ragazze che ballarono l’8 marzo prese ed esibite; confessano: l’Occidente fomenta donna, vita, libertà; gli Ayatollah? Costretti a difendere la gioventù e sé. Multiculturalità del cospirare! «Contano i legami», scrisse Borges. Coltiviamoli: sono il futuro di uomini e donne. Veri.
Cospirazioni
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Marco Garzonio
Giornalista e psicoanalista, ha seguito Martini per il Corriere della Sera, di cui è editorialista, lavoro culminato ne Il profeta (2012) e in Vedete, sono uno di voi (2017), film sul Cardinale di cui firma con Olmi soggetto e sceneggiatura. Ha scritto Le donne, Gesù, il cambiamento. Contributo della psicoanalisi alla lettura dei vangeli (2005). In Beato è chi non si arrende (2020) ha reso poeticamente la capacità dell’uomo di rialzarsi dopo ogni caduta. Ultimo libro: La città che sale. Past president del CIPA, presiede la Fondazione culturale Ambrosianeum.