Mia cara Olympe

Cose di donne e da donne: il romance e non solo

Dell’ultima polemica letteraria avrete forse già letto: un articolo su Doppiozero di Gianni Bonina che liquida  sotto l’etichetta romance la scrittura di molte autrici  assai diverse tra loro (da Giannone ad Auci a Terranova, da Valerio a  Doom, da Murgia ad Avallone) ha provocato la sacrosanta reazione in primis di Loredana Lipperini che, per averlo definito con corposa motivazione ‘livoroso e disinformato’, si è vista minacciare di querela e poi una cascata di commenti pro e contro le posizioni in campo.

Fin qui l’antefatto. Seconda scena: pomeriggio di Pasqua a casa mia. Tre uomini  – miei familiari – ed io. Si chiacchiera di una iniziativa di discussione cui parteciperò, spiego di cosa si tratta e cito la Convenzione di Istanbul e il recente dibattito in Europa sul consenso in tema di relazioni sessuali. Dei tre nessuno sapeva esattamente cos’è la Convenzione di Istanbul e me ne sono accorta perché sono sospettosa e l’ho chiesto: eppure sono persone colte, eppure in famiglia si contano due donne – mia figlia ed io – solidamente e attivamente femministe, eppure si tratta dello strumento giuridico internazionale più importante in tema di violenza contro le donne, tema al quale i tre sono certamente sensibili e del quale tanto abbiamo discusso.

Direte, e non avete torto, ma che ci azzecca la discussione sul romance e la scrittura delle donne che sottintende che la letteratura, quella vera, stia altrove e indovinate dove e il nostro piccolo e veniale episodio domestico? A guardarci bene però la radice comune c’è ed è in quel ritenere – consciamente, inconsciamente, con diversi livelli di gravità, come volete voi – una serie di questioni e di prodotti culturali  “cose da donne” e come tali abbastanza ignorabili, oppure da lasciare alla trattazione e al lavoro delle medesime o da liquidare in blocco con la più facile delle etichette – quella che riduce ai sentimenti e alla vita intima – come nell’articolo di Bonina.
Mi sono arrabbiata leggendo quell’articolo, mi sono (un po’) arrabbiata il giorno di Pasqua a casa mia e ai tre ho chiesto di ragionare sul perché, mentre io frequento i loro campi d’ interesse che sono anche miei (dal cinema allo sport alla letteratura), loro, pur sensibili e informati, possono serenamente ignorare elementi fondamentali di una questione che riguarda in profondità il nostro vivere e convivere tra uomini e donne.

Niente di nuovo, certo, lo vediamo ai convegni, nelle aule universitarie, nel discorso pubblico e privato, Daniela Brogi ne ha scritto benissimo ne “Lo spazio delle donne”:  alla fine trattasi di “cose da donne e di donne”, competenze di donne e ne discutiamo e le riconosciamo quasi solo fra donne, sparute le presenze maschili di cui ci complimentiamo l’un l’altra – hai visto però,  c’erano anche degli uomini… Nulla di nuovo neppure nell’ammonticchiare nell’unico parametro dei sentimenti – scaffale romance –  scritture femminili diversissime che sono, come ogni prodotto culturale criticabili ma non così: antico vizio perimetrare lo sguardo delle donne sull’esistente, rinchiuderlo nel privato, diminuirlo, gerarchizzarlo e non è questo lo spazio per reinterrogare, com’è necessario fare,  il  rapporto tra Storia e storie.

(A chi sta per dire che però non è tutto così fornisco breve e non esaustiva lista degli argomenti spendibili contro la tesi di cui sopra: le donne sono dappertutto, ci sono consistenti tracce di una rilettura critica dell’esclusione o della sottovalutazione femminile in ogni campo, il dibattito sulla violenza, dopo il femminicidio di Giulia Cecchettin, ha conosciuto anche da parte maschile un balzo in avanti. Tutto vero, l’ho detto e scritto anche io, l’ho visto anche nelle mie relazioni più vicine, i tre inclusi!  È che le donne, si sa, sono suscettibili…).

  • Assunta Sarlo

    Calabromilanese, femminista, da decenni giornalista, scrivo e faccio giornali (finché ci sono). In curriculum Ansa, il manifesto, Diario, il mensile E, Prima Comunicazione, Io Donna e il magazine culturale cultweek.com. Un paio di libri: ‘Dove batte il cuore delle donne? Voto e partecipazione politica in Italia’ con Francesca Zajczyk, e ‘Ciao amore ciao. Storie di ragazzi con la valigia e di genitori a distanza’. Di questioni di genere mi occupo per lavoro e per attivismo. Sono grata e affezionata a molte donne, Olympe de Gouges cui è dedicato questo blog è una di loro.

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    Sessantotto lavoratori e lavoratrici della ristorazione licenziati. Grandi Stazioni Retail ha deciso di non rinnovare il contratto d’affitto con Sarf, la società che da anni gestisce alcuni esercizi commerciali negli spazi della stazione Centrale di Milano. Da qui l’annuncio dei licenziamenti. I sindacati hanno indetto la prima di una serie di giornate di sciopero e oggi hanno fatto un presidio in piazza Duca d’Aosta, vicino all’ingresso della stazione. Abbiamo intervistato Valeria Cardamuro, segretaria della Uiltucs Lombardia.

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    Un percorso attraverso la stratificazione sociale italiana, un viaggio nell’ascensore sociale del Belpaese, spesso rotto da anni e in attesa di manutenzione, che parte dal sottoscala con l’ambizione di arrivare al roof top con l’obiettivo dichiarato di trovare scorciatoie per entrare nelle stanze del lusso più sfrenato e dell’abbienza. Ma anche uno spazio per arricchirsi culturalmente e sfondare le porte dei salotti buoni, per sdraiarci sui loro divani e mettere i piedi sul tavolo. A cura di Alessandro Diegoli e Disma Pestalozza

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