“Imparerai a tue spese che nel lungo tragitto della vita incontrerai tante maschere e pochi volti”, diceva Pirandello.
Certo, non aveva previsto che avremmo potuto incontrare pure tanti volti senza mascherina, riconoscibilissimi pirla negazionisti in cerca d’autore, e ben più di sei, di uno e di centomila (morti). Ma siccome in questa rubrica si prova, grazie al teatro, a maciullare la letteratura per renderla attività concretamente creativa in classe e in DAD, allora, a proposito di maschere, chi meglio di Pirandello può svelare i siparietti d’una questione cui gli adolescenti oggi sono attentissimi, cioè lo iato tra apparenza e realtà, tra come percepiscono sé stessi e come appaiono agli altri? E quindi, vai di Pirandello!
Chiedete a ogni alunno di mandarvi una propria piccola descrizione caratteriale, tre aggettivi sui pregi e tre sui difetti. Li raccogliete e poi con Wordcloud ci ricavate una nuvola di parole. Titolo: “Io mi vedo così”. Poi preparate su Google Moduli un quiz, con le stessa domande, ora però riferite ai tutti i compagni. Anche qui chiedete a ogni alunno di rispondere, indicando stavolta pregi e difetti di tutti gli altri, precisando – per i difetti -: “solo cose vere, costruttive e utili”. Per inciso, solo voi saprete chi dice cosa di chi. Raggruppate gli aggettivi e siamo al clou: proiettate sulla LIM tutti complimenti e le critiche di ciascuno, mantenendo rigoroso anonimato sui compilatori: brillante, opportunista, vero amico, manesco, simpaticissima, disponibile, vanitoso, si nota subito in classe i giorni in cui sei assente, quel tuo scherzo l’anno scorso m’ha fatto male e non mi hai chiesto scusa, ecc. Scontate le reazioni dell’alunno: “Ma io non sono proprio così!” e il commento divertito della classe “No, no: sei proprio così”. Se vi avanza tempo, caricate le parole su Wordcloud e ognuno avrà la sua nuvola di pregi e difetti (se vi va potete chiedere a Wordcloud di usare un volto, invece di una nuvola… diventerà davvero una “maschera di parole”): più spesso ricorre una parola riferita a un alunno, più grande comparirà nella nuvola (o nel volto stilizzato): “Tutti gli altri ti vedono così”.
Eccolo, Pirandello: quanto è diversa questa maschera da come ognuno vede se stesso? Magari si può condire tutta l’attività con la lettura dei versi che il grande poeta Luciano Folgore (per me: il più grande del Novecento) scrisse per parodiarlo, Pirandello… e questo fatto che siamo una cosa diversa per ogni persona con cui entriamo in relazione, e sempre diversi da ciò che eravamo in passato e ciò che saremo in futuro… e bla bla bla:
“Se in virtù del mutamento
ogni donna interessante
è diversa ad ogni istante
piglia moglie, e n’avrai cento!
Onde il nodo coniugale,
pur restando sempre quello,
crea, mediante il Pirandello,
il poligamo legale.
Se t’accoppo va da sé
che non io vado in galera,
ci va l’IO che prima c’era,
e che adesso più non v’è.
Egualmente e con successo
posso dire agli strozzini:
– Se rivogliono i quattrini
ch’han prestato a quel me stesso
ch’esisteva il mese andato,
si rivolgano nel preterito
a quel “ME” che senza merito
fu da lor beneficato! –“
Io l’ho fatto. Loro alla fine hanno capito e si sono pure divertiti. Figata!