Oggi, sabato 17 aprile, in alcune città Italiane si è espressa solidarietà al coro antifascista I Violenti Piovaschi di Carpi.
Al Piccolo Teatro Aperto lo hanno fatto i Saltimbanchi che, accompagnati dalle immancabili note della Banda degli Ottoni, hanno regalato un’atmosfera dimenticata, un’isola piena di colori sgargianti, una visione d’incanto, uno spazio spontaneo e vitale, dove destrezze, prodigi e goffaggine fondevano insieme tutto il loro fascino per offrire agli spettatori un respiro altro da quello che abita questa città privata del teatro.
Sono corpi in movimento, ma la loro leggerezza è fuori dal comune, la loro libertà diventa una prodezza di cui la grigia umanità è incapace.
I giullari, si sa, hanno un’eccentrica superiorità rispetto al potere, ne deridono le aberrazioni, mettono a nudo i soprusi e non tacciono le ingiustizie.
Così oggi è stato.
Le capriole si fermano, gli acrobati smettono di volteggiare e i fiati intonano Bella Ciao.
A Carpi ventisei persone sono in attesa della sentenza di un processo per aver espresso il loro dissenso alla manifestazione di Forza Nuova avvenuta nel 2017.
Rischiano di ricevere una condanna dal Tribunale di Modena per aver cantato “Bella Ciao” in una riunione pubblica non autorizzata.
Un processo ingiusto che fa emergere le gravi contraddizioni del nostro Paese che pur avendo una Costituzione nata sui valori e sugli ideali della Resistenza continua ad avvalersi del Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza emanato durante il regime fascista e in contraddizione con la libertà di riunione e di espressione sancite dalla Costituzione Italiana.
Davanti al Piccolo Teatro Aperto viene letta una testimonianza che racconta l’accanimento degli interrogatori e l’assurdità delle domande: “lei ha cantato? Ha sentito cantare? E che canzoni erano? Claudio Baglioni o piuttosto canti politici?”
L’incredulità che suscita ascoltare una simile domanda lascia senza parole.
Sarà una risata che vi seppellirà!