L'Ambrosiano

Bologna, Costituzione, Bibbia. E antifascismo!

Ai funerali di Vittorio Prodi, fratello di Romano, sulla bara son state poste Bibbia e Costituzione. Uno dei figli, don Matteo, nel saluto ha esortato: «Fate figli, fate famiglie numerose e fate politica, perché è il modo più sublime per cambiare il mondo». In pochi giorni Bologna è stata il vertice d’un’altra Italia che c’è ed è radicata: ha solo bisogno di non esser lasciata a dar testimonianza e di trovar qualcuno che le dia voce, occasioni di realizzare idee, progetti, valori professati. L’Emila Romagna ricostruisce nonostante il comportamento scandaloso di Palazzo Chigi: mai un Governo ha trattato una terra colpita da disastri con ostilità, fastidio, taccagneria, silenzio mediatico: il Generale Figliuolo sempre in tv ai tempi del Covid, nominato Commissario dopo lungaggini non s’è più sentito. Bologna dà la cittadinanza a Patrick Zaki e con l’Università fa da sponda nello sventare le mire del circo Meloni & C. pronto ad esibire lo studente graziato e volo di Stato (e a far capire di non esagerare per Regeni: al-Sisi ha il coltello per il manico con l’energia). Il dolore d’una famiglia-simbolo (i Prodi han fatto qualcosa di significativo per il Paese) celebra il ciclo della morte e della vita, ma avverte che il futuro per i giovani è credibile se basato sulla Costituzione: diritti, doveri, equità sociale conquistati con l’antifascismo e, per chi crede, sul vangelo delle Beatitudini (poveri, assetati di giustizia, operatori di pace, miti, afflitti, misericordiosi, perseguitati, puri di cuore). La città il 2 agosto poi ricorda la strage di marca “neofascista” per verità processuale e per Mattarella, non per il Governo che Premier in testa parla di “terrorismo” e di “violenza”. La maggioranza copre e omologa “rossi” e “neri” per bocca di chi si dice una colomba, Tajani: «La lotta è contro il terrorismo tutto, non ho nessun problema a dire terrorismo nazista, neofascista, rosso o di fondamentalismo islamico. Evitiamo di fare polemiche quando si deve parlare di morti». FdI cerca di buttarla in caciara: in una mozione parla di «collegamenti internazionali del terrorismo italiano». Con Bologna l’Italia repubblicana e antifascista non si arrende e non dà la partita per persa tenendo in mano ben alla vista Costituzione e magari Bibbia.

  • Marco Garzonio

    Giornalista e psicoanalista, ha seguito Martini per il Corriere della Sera, di cui è editorialista, lavoro culminato ne Il profeta (2012) e in Vedete, sono uno di voi (2017), film sul Cardinale di cui firma con Olmi soggetto e sceneggiatura. Ha scritto Le donne, Gesù, il cambiamento. Contributo della psicoanalisi alla lettura dei vangeli (2005). In Beato è chi non si arrende (2020) ha reso poeticamente la capacità dell’uomo di rialzarsi dopo ogni caduta. Ultimo libro: La città che sale. Past president del CIPA, presiede la Fondazione culturale Ambrosianeum.

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    Sessantotto lavoratori e lavoratrici della ristorazione licenziati. Grandi Stazioni Retail ha deciso di non rinnovare il contratto d’affitto con Sarf, la società che da anni gestisce alcuni esercizi commerciali negli spazi della stazione Centrale di Milano. Da qui l’annuncio dei licenziamenti. I sindacati hanno indetto la prima di una serie di giornate di sciopero e oggi hanno fatto un presidio in piazza Duca d’Aosta, vicino all’ingresso della stazione. Abbiamo intervistato Valeria Cardamuro, segretaria della Uiltucs Lombardia.

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