L’operazione è chiara e a dire il vero nemmeno tanto nuova: l’autorevole giornale della borghesia tradizionalista (non si offenda nessuno se lo definisco “la voce del padrone”), attraverso un suo autorevole commentatore dà consigli “spassionati” a chi potrebbe essere un soggetto di riferimento per il suo pubblico; il destinatario di questi consigli risponde garbatamente ringraziando ma sottolineando che molte delle cose che gli si chiede di fare de facto le ha già fatte; lettori e lettrici (pur con autonomo spirito critico) fanno due più due e si convincono degli enunciati esposti, sia dal primo sia dal secondo soggetto.
Protagonisti: il Corriere della Sera, col suo editorialista Ernesto Galli della Loggia e Fratelli d’Italia, con la sua presidente Giorgia Meloni.
I fatti: lunedì 29 marzo, prima pagina del Corriere. Ernesto Galli della Loggia firma un articolo dal titolo Quella destra moderna che serve al paese. Svolgimento: FdI è forza politica “accreditata da tempo di una futura avanzata elettorale che potrebbe tradursi in un importante ruolo di governo”. Deve quindi darsi “una veste ben più convincente di quella sommaria e prevedibile, sempre tentata da toni di opposizione a prescindere e talora schiettamente reazionari”. Fratelli d’Italia, è sempre Ernesto Galli della Loggia a parlare, “non si può più considerare un partito neofascista, pur se esso viene da territori della storia che portano quel nome” (sic!). Bene (si fa per dire): vada l’autorevole commentatore a rivedersi parole e fatti di quell’universo neofascista interno o contiguo a FdI, pieno di attività negazioniste, antisemitismo diffuso, parole d’ordine anticostituzionali e eventi di violenza squadrista, da cui FdI (e la sua leader) mai hanno preso le distanze, ma di cui anzi hanno provato a essere collettore elettorale (con alterne fortune). Di più, continua l’autorevole commentatore, “al massimo la sua lontana origine si manifesta oggi in una postura difensiva contro le smargiassate dell’antifascismo di professione” (ri-sic!). Mi si permetta di sottolineare che quelle “smargiassate dell’antifascismo di professione” altro non sono che doverose difese dei nostri valori costituzionali, e che anzi bisognerebbe rinvigorire con una ripresa della pratica dell’antifascismo militante. Che dire sulle prese di posizione riguardanti la nostra Costituzione poi? Come si può disgiungere “il pervasivo afflato progressista” (che FdI non condivide, dice Ernesto Galli della Loggia) della nostra Carta fondativa dal senso generale e profondo che gli appartiene? Sorvoliamo sulle parole d’ordine che questa destra moderna dovrebbe portare avanti, e arriviamo al finale: l’autorevole commentatore dice che per realizzare questa destra serve “un altissimo livello di immaginazione e anche di ottimismo”).
Seconda puntata, martedì 30 marzo, prima pagina del Corriere della Sera. Lettera a firma di Giorgia Meloni che (in estrema sintesi) dice: “la destra moderna che serve e che in parte tratteggia Galli della Loggia non abita i non-luoghi dell’utopia o lo spazio dell’immaginazione. È già una realtà”. E, guarda caso, si chiama Fratelli d’Italia.
Benissimo, due brevi considerazioni: si sente davvero il bisogno di questa destra? Personalmente non sento il bisogno (e neppure la mancanza) di una destra (moderna o antica che sia) che davvero non abbia troncato nettamente i suoi legami con un passato fatto di violenza e sopraffazione. Così come da tempo non sento il bisogno dei consigli di Galli della Loggia e del Corriere della Sera (che giustamente non si rivolgono a me ma a chi può essere strumentale a un disegno conservatore che porti avanti le idee del padrone). Piuttosto sì sento la mancanza (e il bisogno) di una sinistra moderna, ma che sappia mantenere radici ben salde nel passato. Un progetto con uno sguardo al futuro (ma che guardi anche al presente) rivolto “in alto, a sinistra”.