Mamma e sindaco? Non si può fare. Anche Silvio Berlusconi boccia la candidatura di Giorgia Meloni e lo fa rincarando la dose di Bertolaso. “Vorrei far notare che una mamma non può dedicarsi a un lavoro che la impegna per 14 ore al giorno”, ha detto il leader di Forza Italia a Radio Anch’io. “Fare il sindaco di Roma – ha insistito Berlusconi – vuole dire stare fuori 14 ore al giorno e io non credo proprio possa essere una scelta giusta per Giorgia”.
E così se quella di Guido Bertolaso poteva sembrare una gaffe, le frasi di Berlusconi tolgono ogni dubbio: non di gaffe si tratta ma di una convinzione, di un giudizio politico vero e proprio. Che poi venga utilizzato strumentalmente per far fuori Meloni è un altro discorso.
Resta il fatto che per una fetta della politica italiana il ruolo di mamma e quello di donna con un ruolo politico di primo piano non sono compatibili. Al “caso Meloni” si aggiunge quello di Patrizia Bedori: l’ex candidata sindaco per il Movimento 5 Stelle di Milano dopo essersi ritirata dalla corsa si è sfogata: “Su di me – ha detto – si sono scatenati commenti e attacchi che mi hanno ferita, personali, sul mio aspetto fisico”. Certo, le offese sono arrivate soprattutto via social network che, come diceva Umberto Eco, danno diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività.
Tuttavia anche nel caso Bedori un segnale è arrivato: quello di una mentalità sempre pronta ad attaccare la donna pubblica sul piano personale, quando non – come in questo caso – specificamente fisico. Difficilmente di un uomo politico si sarebbe detto che è “brutto”. Patrizia Bedori è stata nostra ospite questa mattina. Ecco come ha commentato la sua vicenda.
Dei due casi, Meloni e Bedori abbiamo voluto parlare con la sociologa Chiara Saraceno, attenta osservatrice delle dinamiche sociali e politiche di genere.
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