La Chiesa di Jorge Maria Bergoglio farà da sponda ai vari “Family Day” oppure sarà un argine alla protesta dei cattolici conservatori contro l’allargamento di diritti fondamentali agli omosessuali?
Per capirlo bisognerà leggere le conclusioni del Sinodo sulla famiglia, la grande assise della Chiesa cattolica (oltre trecento tra cardinali, patriarchi, arcivescovi, vescovi e sacerdoti) convocata ai primi di ottobre dal Papa e che si chiuderà questo fine settimana. Ma in attesa delle conclusioni ufficiali si possono fare delle ipotesi. In questo ci aiuta il vaticanista Iacopo Scaramuzzi che è stato ospite a Memos.
«Credo – dice Scaramuzzi – che la Chiesa di Bergoglio non sarà a fianco, per usare un’immagine, del Family Day (FD). Un esempio: nel 2007 il cardinale Camillo Ruini, spalleggiato da Benedetto XVI, fu un protagonista del FD in piazza San Giovanni. Pochi mesi fa, invece, c’è stato un FD e monsignor Nunzio Galantino, segretario della Cei molto vicino a Papa Francesco, ha tolto l’adesione dei vescovi italiani a quella manifestazione.
La differenza tra quanto accaduto nelle due date, 2007 e 2015, dà la sensazione di quanto la Chiesa di Bergoglio non intenda fare di questi temi una battaglia del proprio pontificato. Dico sempre che Papa Francesco non la pensa in modo significativamente diverso dai suoi predecessori su tematiche come aborto, omosessualità, contraccezione. La differenza è che mentre i suoi predecessori insistevano molto su questi temi, ne facevano il centro dottrinale, magisteriale del loro pontificato, Papa Francesco, invece, parla di immigrati di poveri di ecologia nove volte su dieci. Bisognerà vedere se il Papa avrà un seguito».
Iacopo Scaramuzzi ha appena pubblicato un libro dal titolo: “Tango Vaticano. La Chiesa ai tempi di Francesco” (Edizioni Dell’Asino).