Quella di Matteo Salvini e di Roberto Maroni è una speculazione politica avvilente.
Nessuna logica può associare il fatto di cronaca nera alla stazione Centrale di Milano con la manifestazione per l’accoglienza e l’inclusione di domani.
I due leader leghisti – e non solo loro a destra – provano a usare l’accoltellamento di due militari e di un poliziotto (da parte di un ragazzo italiano di 20 anni, con mamma italiana e papà immigrato) per dimostrare che l’immigrazione debba essere fermata. Viene fuori il linguaggio feroce di Salvini che arriva a chiedere “espulsioni di massa”. E si sfrutta l’episodio per attaccare l’avversario politico: “chi va alle marce per i migranti è complice dei delinquenti” attacca Salvini che aggiunge “quelli del Pd sono ignoranti e complici”. Lega contro Pd, polemiche sterili, sulla pelle però di milioni di immigrati e dei loro figli che vivono nel nostro Paese.
Come è suo stile, Roberto Maroni sceglie un argomento appena più sfumato ma non meno velenoso: “annullare la marcia pro immigrati per rispetto dei feriti” dice Maroni. Il che equivale a dire che, secondo il pensiero del presidente della Regione Lombardia, chi parteciperà domani alla giornata a favore dell’inclusione lo farebbe in sfregio agli agenti che sono stati accoltellati, evocando così una divisione tra chi starebbe con i migranti e chi starebbe con le forze di Polizia. Sono argomenti triti e stanchi, che ricordano epoche antiche della nostra storia, un linguaggio da “maggioranza silenziosa”. L’obiettivo di Maroni sembrerebbe essere quello di dividere i manifestanti, consapevole che una parte di chi parteciperà domani alla giornata del 20 maggio senza muri lo farà anche in polemica con le misure sulla sicurezza del ministro dell’Interno, Minniti. Anche in questo caso, come nel caso di Salvini, un tentativo sulla pelle dei cittadini di origine straniera che vivono in Italia e di quelli che arrivano.
Gli organizzatori, in testa il sindaco di Milano, Beppe Sala, hanno ribadito che la manifestazione ci sarà. E anche Radio Popolare ne sarà protagonista perché non sarà la bassa speculazione politica di chi tenta di innestarsi su un tema grande come l’immigrazione, l’accoglienza, l’evoluzione delle nostre società a fermare una giornata che parla al futuro, e al presente, delle nostre vite.