Il sistema ferroviario regionale non è all’altezza, sia per le società di gestione del trasporto passeggeri, sia per quelle dei binari e delle stazioni.
Il presidente della giunta Attilio Fontana, però, dà la responsabilità alla gestione condivisa di Trenord tra Ferrovie Nord Milano, della Regione, e Trenitalia, del gruppo Ferrovie dello Stato.
Sono quasi trent’anni che la Lombardia invoca il federalismo ferroviario per dare risposte ai pendolari, ed effettivamente dal 2009 la Lombardia ha ottenuto la creazione di Trenord, avendo la guida della società, l’amministratore delegato è di proprio nomina, anche se le quote sono paritetiche tra imprese ferroviarie regionali e statali.
Nel frattempo sono incrementati gli investimenti per l’acquisto dei treni. La Regione ha fatto un ordine di 222 convogli, 176 nel 2017 e 46 nel 2020. Finora ne sono entrati in servizio 96, che hanno determinato un miglioramento delle condizioni di viaggio, non come i pendolari si sarebbero aspettati.
La puntualità è ancora un miraggio come dimostrano i rimborsi che ottengono ogni mese gli abbonati di Trenord su gran parte delle principali linee pendolari. Anche l’affollamento rimane eccessivo, vista anche la crescita dei passeggeri.
In questo scenario si è evidenziato come anche i binari non reggano, oltre a necessitare di raddoppi.
L’incidente di Pioltello del 2018 con tre morti è il più grave, ed è stato all’infrastruttura di Rete Ferroviaria Italiana, gruppo Ferrovie dello Stato. A dicembre dell’anno scorso c’è stato quello a Iseo, senza gravi conseguenze per le persone per la bassa velocità, in questo caso le rotaie sono di Ferrovie Nord. Per altro sulla linea che dovrà diventare la prima d’Italia con i treni a idrogeno nel 2026, anche se la data sembra slittare.
Il presidente Attilio Fontana ha pure proposto il secondo passante ferroviario di Milano, che il Comune ha tolto dal piano urbano della mobilità benché fosse previsto dagli anni ’90, e magari una nuova stazione, non prevista in alcuno strumento urbanistico di Palazzo Marino.
Sarebbe ora che le istituzioni si parlassero per risolvere i problemi ai pendolari e non per fare campagna elettorale permanente.
La Regione sta investendo come mai avvenuto prima nel trasporto ferroviario, ma non è riuscita a migliorare la qualità. Non è solo propria responsabilità, la chiusura di quest’estate del passante ferroviario di Milano è stato un altro esempio delle responsabilità di Rete ferroviaria italiana. Ma la lite e la concorrenza permanente tra istituzioni e società pubbliche non si alimenta. Si governa. La campagna elettorale è finita.
Attilio Fontana e la sua campagna elettorale permanente sui pendolari
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Autore articolo
Fabio Fimiani