Approfondimenti

Armi nucleari: “Il governo ci ripensi”

Il governo ci ripensi”. E’ l’appello della Rete Italiana per il Disarmo, dopo che l’Italia ha votato contro la risoluzione delle Nazioni Unite che, a larga maggioranza, chiede di avviare, nel 2017, i negoziati per vietare le armi nucleari.

Alla Rete Disarmo aderiscono anche i Beati Costruttori di Pace, di cui fa parte Lisa Clark: “Vi siete giustamente indignati per il fatto che l’Italia ha votato contro la risoluzione”, ha scritto Clark. “Ora questo voto passa, tra qualche settimana, all’Assemblea generale dell’Onu dove gli Stati ratificano la decisione presa. Quindi l’Italia ha l’opportunità di rimediare”.

A favore della risoluzione hanno votato 123 Stati contro 38 (compresa l’Italia), 16 gli astenuti. La risoluzione prevede una Conferenza Onu, a partire dal marzo del 2017, aperta a tutti gli Stati membri con il fine di negoziare uno “strumento giuridicamente vincolante per vietare le armi nucleari, che porti verso la loro eliminazione totale”.

La Campagna internazionale per l’abolizione delle armi nucleari (ICAN – International Campaign to Abolish Nuclear Weapons, coalizione mondiale della società civile attiva in cento Paesi, di cui è parte anche Rete Italiana per il Disarmo) ha espresso forte soddisfazione, anche se non nasconde le difficoltà di un percorso che resta molto difficile.

Francesco Vignarca è il coordinatore di Rete Disarmo.

Perché è importante questa risoluzione, a maggioranza, dell’Onu? Divieti sulle armi nucleari esistevano già…

“Un trattato che vieti le armi nucleari rafforzerebbe la norma internazionale contro l’uso e il possesso di queste armi, già sancita nel Trattato di non proliferazione, chiudendo le lacune del regime giuridico internazionale esistente e favorendo un’azione di disarmo che per molto tempo si è bloccata”. (Il Trattato di non proliferazione (Tnp) fu sottoscritto il 1 luglio 1968 ed entrò in vigore il 5 marzo 1970, ndr).

Il Tnp prevedeva anche il progressivo smantellamento degli arsenali nucleari, in realtà cosa è accaduto?

“Nella pratica ciò non è avvenuto, ed è per questo che la nuova risoluzione dell’Onu è importante. Qui si chiede, a differenza del Tnp, che le armi nucleari siano considerate illegali e vengano messe al bando”.

E’ evidente però che se i Paesi nucleari – Stati Uniti, Russia, Gran Bretagna, Francia, Cina, Israele, India, Pakistan e Corea del Nord – non firmeranno questo trattato, l’iniziativa dell’Onu sarà carta straccia.

“Sta a noi lottare perché questo non accada. Da una parte dobbiamo portare avanti dal 2017 i lavori per la messa al bando delle armi nucleari. Dall’altra dobbiamo creare un grande movimento che condizioni i governi delle potenze nucleari e quelli che li appoggiano, come l’Italia. Lo facemmo con le mine anti-uomo, lo faremo sul nucleare, anche se ovviamente è molto, molto più difficile”.

La Nato, di cui l’Italia fa parte, ha ribadito il “nuclear sharing”, condivisione nucleare dei Paesi membri, sino a quando nel mondo ci saranno armi nucleari. Un macigno questo per la vostra iniziativa e per i Paesi che hanno chiesto la messa al bando delle armi nucleari.

“Sì, è una battaglia difficile, ne siamo consapevoli, ma noi siamo determinati a portarla avanti. La situazione delle armi nucleari è fuori controllo. E’ per questo che chiediamo all’Italia, che fa parte della Nato e ospita armi nucleari sul suo territorio, di fare la sua parte, di giocare un ruolo importante, di rivedere la sua scelta”.

Ma intanto il governo italiano ha votato contro la risoluzione dell’Onu.

“Sì, e lo ha spiegato dicendo che ‘fa parte della Nato, e poi senza il consenso delle grandi potenze nucleare non se fa nulla’. Ma la politica è anche l’arte di modificare le cose esistenti. Noi abbiamo fatto tante battaglie che all’inizio sembravano impossibili, poi le abbiamo vinte. Ora questo trattato metterà pressione sull’Italia. Il governo ci ripensi”.

La lotta dei pacifisti, delle Rete Disarmo ripropone una questione cruciale. La presenza di basi nucleari americane nel nostro Paese e in Europa è un lascito della Guerra fredda. A distanza di decenni sarebbe giunto il momento che il parlamento affronti i rischi per la popolazione, la legittimità della presenza delle basi nel contesto dei trattati internazionali, le spese a carico dell’Italia per i siti nucleari.

Abbiamo chiesto a Lisa Clark, dei Beati Costruttori di Pace, di fornirci la sua valutazione sulle armi nucleari in Italia, e relativi pericoli. “Le informazioni ci arrivano da Hans Kristensen, uno dei più autorevoli esperti di armi nucleari del Bulletin of Atomic Scientists e dello Stockholm International Peace Research Institute (Sipri). Kristensen, a fine 2015, ha valutato i lavori di messa in sicurezza ad Aviano (Pordenone) e a Incirlik (Turchia), deducendone che probabilmente sono stati ridotti i numeri di bombe all’idrogeno B61 in queste due basi statunitensi: da 50 ad Aviano si è probabilmente scesi a 25-35, mentre a Incirlik il numero si sarebbe ridotto a 50. L’altra base nazionale è a Ghedi (Brescia), dove sarebbero state riportate venti B61.

tabella
Siti bombe Usa in Europa. Fonte: thebullettin.org

E’ in corso un progetto di ammodernamento delle vecchie B61: nell’ambito del consolidamento dell’arsenale nucleare statunitense, tutte le B61 verranno trasformate in un unico tipo: B61-12.

Da vecchie bombe a gravità (che cadono semplicemente dalla pancia dell’aereo) verranno trasformate, attrezzandole con un sistema di alette di coda con cui possano essere teleguidate. Credo che questa modernizzazione in realtà possa essere considerata la costruzione di un nuovo sistema d’arma, in violazione degli impegni assunti nel Tnp con cui le cinque potenze nucleari si impegnarono al disarmo nucleare; nei vari accordi tra Stati Uniti e Russia, più recentemente il Nuovo Start del 2010, si impegnano a ridurre le armi dispiegate a 1.550 a testa ma anche a non costruire nuovi sistemi d’arma.

I pericoli (fisici) dello stoccaggio di queste armi (20 a Ghedi e tra 25 e 35 ad Aviano). A fine 2014 una simulazione fatta da un gruppo di scienziati austriaci dimostrò che un’esplosione ad Aviano che coinvolgesse le B61, avrebbe colpito Vienna con una nube radioattiva a distanza di meno di 72 ore, dopo aver coinvolto la popolazione locale (nella loro simulazione interessava ciò che sarebbe avvenuto in Austria). Si basavano sull’ipotesi di un bombardamento o attentato terroristico contro la base, ed è importante sottolineare che le B61 integre di per sé non rilasciano radioattività, sebbene non sia esclusa la possibilità che avvengano incidenti in fase di manutenzione”.

armi-nucleari-bomba

Le considerazioni di Lisa Clark su queste bombe:

1) Alzano il livello della tensione internazionale, che in momenti di pessime relazioni Usa/Nato-Russia è il contrario di ciò che serve.

2) Rappresentano da parte dell’Italia una violazione dei propri obblighi giuridici, mentre invece un rispetto più rigoroso degli accordi assunti, con il Tnp, sarebbe un utile strumento diplomatico e politico per rilanciare il dialogo internazionale sul disarmo nucleare.

3) Rappresentano un bersaglio per gruppi vari che intendano creare pretesti di destabilizzazione.

4) Ricordo poi che, secondo Kristensen e altri esperti americani di armamenti, a rendere estremamente pericolosa la B61-12 sono la precisione, la capacità di penetrazione nel sottosuolo, la flessibilità in tema di sistemi di lancio e di distruttività. La rendono un’arma nucleare non più pensata per essere solo un deterrente, ma per poterla usare, con più opzioni, in un combattimento reale.

armi-nucleari-setsuko

Setsuko Thurlow (nella foto) è una hibakusha, cioè una superstite del bombardamento di Hiroshima.

“La risoluzione dell’Onu è un momento storico. Le armi nucleari sono assolutamente aberranti e tutte le nazioni dovrebbero partecipare ai negoziati del prossimo anno per metterle fuori legge. Spero di essere io stessa a ricordare ai delegati le indicibili sofferenze che le armi nucleari causano e quanto sia grande la nostra responsabilità e il nostro compito nel fare in modo che tale sofferenza non accada mai più”.

  • Autore articolo
    Piero Bosio
ARTICOLI CORRELATITutti gli articoli
POTREBBE PIACERTI ANCHETutte le trasmissioni

Adesso in diretta

  • Ascolta la diretta

Ultimo giornale Radio

  • PlayStop

    Giornale Radio giovedì 23/01 19:30

    Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi. Tutto questo nelle tre edizioni principali del notiziario di Radio Popolare, al mattino, a metà giornata e alla sera.

    Giornale Radio - 23-01-2025

Ultimo giornale Radio in breve

  • PlayStop

    Gr in breve giovedì 23/01 18:31

    Edizione breve del notiziario di Radio Popolare. Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi.

    Giornale Radio in breve - 23-01-2025

Ultima Rassegna stampa

  • PlayStop

    Rassegna stampa di giovedì 23/01/2025

    La rassegna stampa di Popolare Network non si limita ad una carrellata sulle prime pagine dei principali quotidiani italiani: entra in profondità, scova notizie curiose, evidenzia punti di vista differenti e scopre strane analogie tra giornali che dovrebbero pensarla diversamente.

    Rassegna stampa - 23-01-2025

Ultimo Metroregione

  • PlayStop

    Metroregione di giovedì 23/01/2025 delle 19:48

    Metroregione è il notiziario regionale di Radio Popolare. Racconta le notizie che arrivano dal territorio della Lombardia, con particolare attenzione ai fatti che riguardano la politica locale, le lotte sindacali e le questioni che riguardano i nuovi cittadini. Da Milano agli altri capoluoghi di provincia lombardi, senza dimenticare i comuni più piccoli, da dove possono arrivare storie esemplificative dei cambiamenti della nostra società.

    Metroregione - 23-01-2025

Ultimi Podcasts

  • PlayStop

    Blues e dintorni di giovedì 23/01/2025

    "Blues e dintorni" vuole essere un programma dove il termine blues sta soprattutto a significare musica dell'anima, non necessariamente espressa in dodici battute. Questo vuol dire che ci sarà anche canzone d'autore, dialettale e magari anche elettronica se il principio di fondo verrà rispettato. Insomma musica circolare purchè onesta e genuina che prevede anche ospiti in studio qualora ce ne sia la possibilità. Un'ora di chiacchiere (poche) e musica (tanta) per addentrarci lentamente nella notte. FOTO|  Rodrigo Moraes  from São Paulo, brazil, CC BY 2.0, via Wikimedia Commons

    Blues e dintorni - 23-01-2025

  • PlayStop

    News della notte di giovedì 23/01/2025

    L’ultimo approfondimento dei temi d’attualità in chiusura di giornata

    News della notte - 23-01-2025

  • PlayStop

    Live Pop - Poveri ma Belli presenta il fumetto di Piantagioni - 09/01/2025

    Un'opera maestosa che ha coagulato più di trenta tra artisti e leggende viventi: la trasposizione in vignette della saga di Gonzalo e Juan Latifondi, la radionovela che ha infiammato il proletariato contro le ingiustizie del grande capitale assenteista

    Live Pop - 23-01-2025

  • PlayStop

    Uscita di Sicurezza di giovedì 23/01/2025

    La trasmissione in collaborazione con la Camera del Lavoro di Milano che racconta e approfondisce con il vostro aiuto le condizioni di pericolo per la salute e la sicurezza che si vivono quotidianamente nei luoghi di lavoro. Perché quando succede un incidente è sempre troppo tardi, bisognava prevedere e prevenire prima. Una questione di cultura e di responsabilità di tutte e tutti, noi compresi. con Stefano Ruberto, responsabile salute e sicurezza della Camera del Lavoro di Milano.

    Uscita di Sicurezza - 23-01-2025

  • PlayStop

    L'Orizzonte delle Venti di giovedì 23/01/2025

    A fine giornata selezioniamo il fatto nazionale o internazionale che ci è sembrato più interessante e lo sviluppiamo con il contributo dei nostri ospiti e collaboratori. Un approfondimento che chiude la giornata dell'informazione di Radio Popolare e fa da ponte con il giorno successivo.

    L’Orizzonte delle Venti - 23-01-2025

  • PlayStop

    Cisgiordania: continua ormai da tre giorni l’operazione militare dell’esercito israeliano

    Andiamo in Cisgiordania. Continua ormai da tre giorni l’operazione militare lanciata dall’esercito israeliano sul campo profughi di Jenin. Centinaia di persone hanno lasciato il campo su ordine israeliano che tramite megafoni collegati a droni e veicoli militari, ha ordinato alla popolazione di evacuare. Il capo di stato maggiore militare israeliano e il capo dell'agenzia di sicurezza Shin Bet hanno rilasciato oggi una dichiarazione: "Siamo pronti a svolgere una serie di operazioni nel campo di Jenin che porteranno il campo a una situazione diversa", si legge nella dichiarazione, che poi aggiunge: "Siamo in una guerra su più fronti e ora tocca alla zona settentrionale della Cisgiordania". Diana Santini ha intervistato l’ingegnere palestinese, a Jenin, Ahmad Odeh.

    Clip - 23-01-2025

  • PlayStop

    Milano, consegnate le prime cinque licenze per nuovi taxi

    L’ultima volta era successo 22 anni fa. Il Comune di Milano oggi ha consegnato le prime cinque nuove licenze per taxi. Nei prossimi mesi le nuove abilitazioni arriveranno a 336, per effetto del bando di marzo dell’anno scorso per 450 licenze. L’amministrazione comunale ha l’obiettivo di arrivare a circa mille nuovi permessi in città. Per questo ha dichiarato che porterà avanti la richiesta di altre autorizzazioni anche con Regione Lombardia. Stamattina c’è stata una piccola cerimonia di consegna a palazzo Marino: tre nuove licenze sono ordinarie, due per il servizio notturno. “Lavorare di notte mi preoccupa un po’ per quello che sta succedendo in città a livello di sicurezza, ma il trasporto pubblico ha bisogno di taxi soprattutto nella fascia serale” ha detto Matteo Grappoli, uno dei tassisti che ha ricevuto la licenza, nell'intervista fatta da Luca Parena.

    Clip - 23-01-2025

  • PlayStop

    Esteri di giovedì 23/01/2025

    1) “Ora tocca alla Cisgiordania”. L’esercito israeliano annuncia l’ampliamento dell’operazione militare su Jenin, mentre le famiglie vengono costrette all’evacuazione e il campo profughi della città inizia ad assomigliare sempre più alla striscia di Gaza. (Ahmad Odeh da Jenin) 2) Stati Uniti. I Proud Boys sono pronti a tornare e vogliono vendetta. I leader del gruppo di estrema destra appena rilasciati dal carcere dalla grazia di Trump chiedono al presidente una rivincita. (Roberto Festa) 3) Colombia, crolla il piano di pace del presidente Petro. Nel paese riscoppia la guerriglia per il controllo del narcotraffico. (Eleonora Cormaci - Terres des Hommes) 4) Il divorzio per violazione del dovere coniugale non esiste. La Francia condannata dalla Cedu. (Francesco Giorgini) 5) La dittatura Brasiliana, l’occupazione israeliana in Cisgiordania e la storia di Emilia Perez, narcotrafficante transgender. Le nomination per gli Oscar 2025 vanno contro corrente. (Mauro Gervasini - Film TV) 6) World Music. Il saxofonista Haitiano Jowee Omicil lancia il suo nuovo album puntando sui podcast. (Marcello Lorrai)

    Esteri - 23-01-2025

  • PlayStop

    Poveri ma belli di giovedì 23/01/2025

    Un percorso attraverso la stratificazione sociale italiana, un viaggio nell’ascensore sociale del Belpaese, spesso rotto da anni e in attesa di manutenzione, che parte dal sottoscala con l’ambizione di arrivare al roof top con l’obiettivo dichiarato di trovare scorciatoie per entrare nelle stanze del lusso più sfrenato e dell’abbienza. Ma anche uno spazio per arricchirsi culturalmente e sfondare le porte dei salotti buoni, per sdraiarci sui loro divani e mettere i piedi sul tavolo. A cura di Alessandro Diegoli e Disma Pestalozza

    Poveri ma belli - 23-01-2025

  • PlayStop

    Doppio Click di giovedì 23/01/2025

    Doppio Click è la trasmissione di Radio Popolare dedicata ai temi di attualità legati al mondo di Internet e delle nuove tecnologie. Ogni settimana, dal lunedì al giovedì, approfondiamo le notizie più importanti, le curiosità e i retroscena di tutto ciò che succede sul Web e non solo. A cura di Marco Schiaffino. Ogni settimana approfondiamo le notizie più importanti, le curiosità e i retroscena di tutto ciò che succede sul Web e non solo. A cura di Marco Schiaffino.

    Doppio Click - 23-01-2025

  • PlayStop

    JPEGMafia, il concerto all'Alcatraz di Milano

    Oggi a Jack, Matteo Villaci e Luca Santoro hanno parlato di JPEGMafia e del suo concerto di ieri sera all'Alcatraz di Milano. JPEGMafia, pseudonimo di Barrington DeVaughn Hendricks, è un rapper americano sperimentale dai molteplici talenti, produttore, interprete e leader della scena rap underground.

    Clip - 23-01-2025

  • PlayStop

    Vieni con me di giovedì 23/01/2025

    Vieni con me! è un’ora in cui prendere appunti tra condivisione di curiosità, interviste, e il gran ritorno di PASSATEL, ma in forma rinnovata!! Sarà infatti partendo dalla storia che ci raccontano gli oggetti più curiosi che arriveremo a scoprire eventi, iniziative od occasioni a tema. Eh sì, perché poi..ci si incontra pure, altrimenti che gusto c’è? Okay ma dove, quando e poi …con chi!?! Semplice, tu Vieni con me! Ogni pomeriggio, dal lunedì al venerdì, dalle 16.30, in onda su Radio Popolare. Per postare annunci clicca qui Passatel - Radio Popolare (link - https://www.facebook.com/groups/passatel) Vuoi segnalare un evento, un’iniziativa, un oggetto particolare o proporti come espert* (design, modernariato o una nicchia specifica di cui sai proprio tutto!!) scrivi a vieniconme@radiopopolare.it Conduzione, Giulia Strippoli Redazione, Giulia Strippoli e Claudio Agostoni

    Vieni con me - 23-01-2025

  • PlayStop

    Playground di giovedì 23/01/2025

    A Playground ci sono le città in cui abitiamo e quelle che vorremmo conoscere ed esplorare. A Playground c'è la musica più bella che sentirai oggi. A Playground ci sono notizie e racconti da tutto il mondo: lo sport e le serie tv, i personaggi e le persone, le ultime tecnologie e le memorie del passato. A Playground, soprattutto, c'è Elisa Graci: per 90 minuti al giorno parlerà con voi e accompagnerà il vostro pomeriggio. Su Radio Popolare, da lunedì a venerdì dalle 15.00 alle 16.30.

    Playground - 23-01-2025

Adesso in diretta