Negli ultimi giorni almeno 700 migranti sarebbero morti mentre tentavano di attraversare il Mediterraneo. Decine di loro erano bambini. L’ultima, l’ennesima strage, non servirà a cambiare le cose. L’Europa si era commossa per la foto del piccolo Aylan, ma poi si è presto dimenticata di quella immagine. Come si è scordata del destino di centinaia di migliaia di minori che ogni giorno tentano di approdare sul Vecchio Continente.
L’indifferenza regna sovrana. In questi anni, nessun appello è stato ascoltato. Eppure dietro i numeri ci sono le storie di bambini e bambine che hanno perso i genitori lungo la traversata e sono costretti ad affrontare un futuro solitario nelle strutture di accoglienza; eppure, ci sono i racconti dei minori che da soli intraprendono il viaggio della speranza, e che si ritrovano in un girone infernale fatto di trafficanti di essere umani, di violenze e omicidi, di stupri e sofferenze.
Andrea Iacomini è il portavoce dell’Unicef in Italia. Nelle sue parole, la speranza che qualche cosa possa cambiare per questi minori è molto flebile. Le priorità politiche sono altre. A farne le spese sono centinaia di bambini che scappano dalla guerra o dalla fame. Nell’intervista a Radio Popolare, Iacomini ribadisce un appello fatto al Presidente del Consiglio Matteo Renzi: dare vita a un piano riguardanti i minori (e non solo le famiglie) nell’Immigration Pact europeo.
Giovanna Di Benedetto è la portavoce di Save the Children. Da anni raccoglie i racconti dei minori che sbarcano sulle nostre coste. Racconti diversi, ma tutti uguali. C’è chi ha perso i genitori durante la traversata; c’è chi è a dieci, dodici anni è partito dal paese d’origine perché già consapevole di non avere alcun futuro nella terra natia. Tutti accomunati da un unico destino: saranno costretti a convivere per i prossimi anni con il dolore per quello che hanno vissuto e visto.