Guido Bertolaso lo aveva detto e ribadito ai nostri microfoni: “Sono qualche centinaio”, il numero degli over 80 che ancora attendono una prenotazione per il vaccino e che da mercoledì 7 aprile possono presentarsi liberamente a un centro vaccinali vicino a casa.
E invece solo negli elenchi di Ats di Milano sono 7.282, mentre, dicono i sindacati, sono quasi 6mila a Bergamo. Altro che centinaia. Ed è difficile immaginare che Bertolaso non conosca questi numeri, a meno che dopo lo screzio pre-pasquale con Letizia Moratti proprio sulla procedura di smaltimento degli over 80 da vaccinare, sia entrato anche lui in rotta di collisione con l’assessora e vicepresidente che ormai fa squadra da sola anche rispetto ad Attilio Fontana.
In Lombardia devono ancora ricevere la prima dose 186mila ottantenni che hanno aderito alla campagna e il buon senso avrebbe consigliato di informare ospedali e centri e fissare delle procedure per chi tra questi non aveva ancora una prenotazione. Ma niente. Così domattina ognuno farà per sé e andrà a casaccio. Già ieri e oggi si sono presentati a decine per chiedere di essere vaccinati, o prenotati.
Si rischiano file, assembramenti, attese e persone rimandate a casa per mancanza di vaccini, visto che in alcuni presidi scarseggiano sia Pfizer che Moderna. Poi ci sono tutti quelli che non sanno di questa opportunità o che sono stati depistati da smentite e dai call center che non sanno dare informazioni chiare sul punto o sono intasati.
Ci si affida alla sorte, alla pazienza e al buon senso di anziani, loro familiari, e soprattutto di medici e personale sanitario che finora sono stati la sola difesa contro una pessima politica, che annuncia, si contraddice, sbaglia e nega, con una leggerezza e irresponsabilità, ormai oltre ogni immaginazione.