Tredici condanne e tre assoluzioni: questa la sentenza di primo grado del Tribunale di Ivrea sull’amianto alla Olivetti. Ai fratelli Carlo e Franco De Benedetti sono stati inflitti cinque anni e due mesi di carcere, la pena più alta. Altro celebre condannato è l’ex ministro allo Sviluppo economico Corrado Passera, consigliere amministratore delegato di olivetti dal 1992 al 1996, condannato a un anno e 11 mesi. Assolto invece Roberto Colaninno, imputato per lesioni colpose. Il Tribunale ha riconosciuto come responsabile civile per i decessi da amianto anche Telecom Italia spa.
I condannati sono stati riconosciuti colpevoli di lesioni colpose e omicidio colposo per dieci casi di malattie da amianto, respirato nei turni alla Olivetti. Sia per i condannati che per Telecom è stato anche deciso un risarcimento alle vittime per centinaia di migliaia di euro. Non solo: i fascicoli dell’inchiesta saranno trasmessi per ordine del Tribunale in Procura per una nuova verifica su altri quattro morti riconducibili all’amianto.
Bruno Pesce, coordinatore dell’Associazione Familiari Vittime Amianto, era presente al pronunciamento. Esprime “soddisfazione perché ha vinto la verità”: “C’è un riconoscimento della responsabilità di tutti”. La colpa è nella sottovalutazione, argomenta Pesce, dell’ambiente malsano in cui i dipendenti erano costretti a lavorare. La sentenza, secondo Pesce, è un modo per dire “che un disastro così non deve più accadere”.
Ascolta l’intervista a Bruno Pesce a cura di Alessandro Principe