Ancora sfruttamento di lavoratori e frode fiscale attraverso il sistema delle cooperative: questa volta nelle inchieste della procura di Milano è finita Amazon Transport Italia. Sequestrati 121 milioni di euro. Il metodo riscontrato dai magistrati è il medesimo di altre decine di indagini.
Dopo Dhl, Gls, Uber, Lidl, Brt, Geodis, Esselunga, Securitalia, Ups, Gs del gruppo Carrefour e Gxo, stavolta tocca ad Amazon, che nella gestione dei servizi di logistica, la consegna dell’ultimo miglio, quelli che ti portano il pacco, per risparmiare sul lavoro, ed evadere le tasse, secondo l’accusa usava il rodato sistema dei “serbatoi di manodopera”, quello più diffuso e ormai modalità consueta. La somministrazione illecita di manodopera, per risparmiare anche poche frazioni di centesimo su ogni pacco, avviene nel solito modo: l’appaltatore, Amazon, si rivolge a cooperative più o meno legali per avere la manodopera, in questo caso corrieri e autisti.
Lo schema fotocopia prevede il passaggio dei lavoratori sfruttati da una società filtro o consorzio all’altro, dai quali erano formalmente assunti e lasciati senza contributi, attraverso false fatture ed evasione dell’Iva. Con in più un’aggravante: il controllo dei corrieri avveniva con i software di Amazon, pur non essendo formalmente suoi dipendenti. Le inchieste tra logistica, grande distribuzione e vigilanza privata hanno portato al recupero di circa mezzo miliardo derivanti da frode fiscale, una goccia nel mare dei profitti su cui i grandi colossi lucrano, oltre a 14mila assunzioni e 70mila aumenti di stipendio. Ma è come svuotare l’Oceano con un cucchiaino, in un sistema produttivo dove al di fuori delle realtà industriali e impiegatizie strutturate, la zona grigia del ricorso alle cooperative è la regola. Solo qualche giorno fa la procura di Torino aveva sequestrato un centinaio di milioni, sempre ad Amazon Italia Transport, GLS, SDA.
In alcuni casi si è arrivati all’amministrazione giudiziaria, in altri i lavoratori, sono stati assunti, in un’azione di supplenza da un lato, spinta dalle denunce del sindacalismo di base dall’altro. È ormai un sistema diffuso più o meno alla luce del sole. La domanda a questo punto diventa un’altra, anzi, più d’una: perché solo a Milano la magistratura si occupa in modo sistematico di un modus operandi che, in tutta evidenza, è totalmente fuori controllo per quanto riguarda diritti e legalità?