Continuità: quanta e come. Il nodo politico che il centrosinistra milanese si trova in questo momento ad affrontare sta tutto qui. In quanto Giuseppe Sala riuscirà a rappresentare, nell’immaginario dell’elettorato, la continuità con l’esperienza di Giuliano Pisapia.
Coperto al centro fin da subito, anche se la candidatura nel centrodestra di Stefano Parisi rischia di erodergli consensi in quell’area, Sala deve “tenere” a sinistra. Non basta che l’ex commissario Expo vada ripetendo in giro che la sua storia è tutta interna al centrosinistra: serve di più.
E non deve convincere, non tanto o non solo, i militanti di stretta osservanza e i dirigenti politici dell’esperienza “arancione”, ma quell’elettorato “arancione”, che tanta parte ebbe nella vittoria di Giuliano Pisapia, e che dopo l’esito delle primarie non ha ancora ben digerito l’opzione di appoggio a Sala. Ancor più se, a sinistra del centrosinistra, dovesse presentarsi un’alternativa “potabile”.
A quel punto quell’elettorato potrebbe spostarsi, non è chiaro in che proporzioni, mettendo in difficoltà l’ex commissario Expo. L’unico modo per tenerselo stretto è garantire un’agibiltà politica, all’interno della coalizione, a quell’area. Non (non solo) con l’assegnazione di posti ai singoli, ma dando garanzie politiche, che permettano all’ala sinistra della coalizione di avere un ruolo importante. E anche alla svelta.