
“Scendevano ammanettati”. Cecilia Strada, europarlamentare del Partito democratico, si trova al porto di Schengjin in Albania e ha raccontato di aver visto scendere dalla nave Libra i quaranta migranti partiti questa mattina da Brindisi con le manette ai polsi, persone che non sono in arresto, in alcuni casi hanno un decreto di espulsione in mano, ma questa modalità di accompagnamento avvalora la definizione che si è spesso usata per definire i centri in Albania, come centri di detenzione. Quelli sbarcati poche ore fa sono i primi quaranta migranti trasferiti in Albania a bordo della nave Libra che riempiranno quei centri diventati ora per decreto due CPR, di cui sia Meloni che Piantedosi non si rassegnano a vederne il fallimento. Inizialmente dovevano essere portati in Albania i migranti richiedenti asilo intercettati e salvati in mare, un’operazione che ogni volta veniva annullata dalle sentenze dei giudici, secondo i quali i luoghi di provenienza non erano sicuri, come invece voleva stabilire per legge il governo italiano, di conseguenze non potevano essere rimpatriati. Ora per riaffermare un progetto che con ostinazione Giorgia Meloni vuole perseguire verranno trasferiti in Albania migranti presi da CPR che, come nel caso di Brindisi, secondo il deputato dei Cinque stelle Colucci, non sono neanche pieni. Tra l’altro il destino delle persone deportate in Albania neppure si conosce, perché secondo alcuni giuristi, per essere espulsi e rimandati nei paesi di provenienza dovrebbero tornare in Italia e da qui eventualmente rimpatriati, con un costo di andata a ritorno che aumenterà sempre di più.