
Il vertice del Cairo ha fissato le linee guida per il futuro della striscia di Gaza.
Oltre i leader arabi le presenze del Segretario Generale dell’Onu Antonio Guterres e del Presidente del Consiglio Europeo Antonio Costa danno l’idea dell’importanza di questo appuntamento.
Prima di tutto la Lega Araba, per bocca dei suoi membri, ha respinto qualsiasi deportazione della popolazione di Gaza e ha insistito sull’urgente necessità di facilitare l’accesso umanitario.
La lega araba ha fatto suo il piano egiziano su chi dovrà gestire la ricostruzione della striscia e chi la governerà una volta firmato un accordo di cessate il fuoco permanente con Israele.
Il piano postbellico prevede il trasferimento dei palestinesi in aree sicure all’interno di Gaza, dove verrebbero ospitati in prefabbricati mentre le città vengono ricostruite. Hamas cederebbe il controllo a un’amministrazione provvisoria composto da indipendenti finché un’Autorità Nazionale Palestinese riformata non potrà assumere il governo.
Una conferenza sulla ricostruzione è stata annunciata in aprile.
Reazioni palestinesi
Abu Mazen ha elogiato il piano arabo-egiziano e ha ribadito che l’ANP assumerà il controllo totale su Gaza, segnando un cambiamento nella governance dopo anni di divisioni interne.
Il grande perdente Hamas ha fatto sapere che non ostacolerà il piano egiziano e che ha accettato di formare al suo interno un comitato di sostegno all’ Amministrazione provvisoria.
Il Vertice prevede una sessione a porte chiuse dove verranno discussi alcuni questioni sensibili su chi metterà i soldi per la ricostruzione, chiedere a Donald Trump di accettare questo piano e Netanyahu di rispettare l’accordo sul cessate il fuoco.