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Ai funerali di Giulia Cecchettin c’era un pezzo di Italia che vuole un futuro diverso

La bara di Giulia Cecchettin ha lasciato la basilica di Santa Giustina tra gli applausi di una piazza piena di migliaia di persone, lacrime agli occhi, le chiavi sventolate in aria, simbolo in quest’ultimo mese della ribellione alla violenza di genere. Per suo padre Gino, la sua forza sovrumana, le sue parole chiare e dirette, una vera e propria ovazione quando è uscito sul sagrato.
I maxischermi che rimandavano la cerimonia lo hanno inquadrato spesso: lui che teneva duro per riuscire a leggere, alla fine, Elena stretta tutto il tempo al suo braccio, forse per proteggerlo nell’ultima prova, forse per aggrapparsi, il fratello Davide, adolescente impietrito. Fuori migliaia di persone, tantissimi giovani, ragazzi che hanno saltato scuola e domani scriveranno funerale giulia cecchettin sulla giustifica. Dopo la mobilitazione oceanica del 25 novembre per provare a scardinare la mentalità patriarcale, qui oggi c ‘è una fetta di Italia molto rappresentativa di un futuro diverso che si intravede come possibilità. ‘Voglio sperare che tutta questa pioggia che ci è arrivata addosso fecondi il terreno del cambiamento’ – ha detto Gino Cecchettin salutando sua figlia con una poesia. Tra un segno della croce e un fiocchetto rosso sul cappotto, la piazza ora si svuota in silenzio, ma a suo modo ha fatto rumore anche oggi.

Ecco l’audio integrale del discorso di Gino Cecchettin

Foto | La gigantografia di Giulia Cecchettin, la 22enne uccisa dall’ex fidanzato Filippo Turetta, affissa fino ad oggi sulla parete del Municipio di Vigonovo, è stata trasferita a Padova per il funerale e collocata nello spazio antistante la basilica di Santa Giustina

  • Autore articolo
    Lorenza Ghidini
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